PANDEMIA COVID/ In allarmante aumento in Germania, Austria e Russia i contagi e morti. Timori perciò in Alto Adige per la stagione sciistica aggravati per il basso numero di vaccinati

Sono abbastanza sconfortanti i dati sulla diffusione del covid che arrivano da diversi paesi, alcuni confinanti o comunque prossimi all’Italia.

Il Robert Koch Institut ha registrato un nuovo record di contagi in Germania: in 24 ore sono 52.826 i positivi e 294 i morti registrati. L’indice settimanale su 100 mila abitanti è di 319,5 casi. L’indice di ospedalizzazione è di 4,86 pazienti ricoverati su 100 mila abitanti. “La situazione pandemica in Germania è drammatica”, ha detto Angela Merkel, parlando alla conferenza delle città. Per il virus è “del tutto indifferente” che il Paese abbia un governo reggente o nel pieno delle sue funzioni, ha aggiunto. “Anche il numero di morti è spaventoso”, ha detto, sottolineando che il numero dei pazienti nelle terapie intensive sale rapidamente.

In Austria i casi giornalieri di coronavirus  hanno superato quota 14mila per la prima volta dall’inizio della pandemia, segnando nelle ultime 24 ore un nuovo record a 14.416: è quanto emerge dai dati ufficiali resi noti oggi, secondo quanto riporta il Guardian. Prima d’ora il picco della più grande ondata di contagi era stato segnato circa un anno fa a quota 9.586.
Secondo i conteggi della Johns Hopkins University, il bilancio complessivo dei contagi in Austria è di 981.904, inclusi 11.807 decessi. Prima d’ora il picco della più grande ondata di contagi era stato segnato circa un anno fa a quota 9.586.
In Russia nel corso dell’ultima giornata sono stati registrati 1.247 decessi provocati dal Covid-19, il massimo in un giorno dall’inizio dell’epidemia: lo riporta la Tass citando i dati del centro operativo nazionale anti-coronavirus. Stando ai dati ufficiali, nel corso delle ultime 24 ore nel Paese sono stati accertati 36.626 nuovi casi di Covid-19.

E in Italia? A 20 mesi di distanza dalle chiusure, sul versante italiano delle Alpi torna l’incubo per gli appassionati dello sci. In Italia tutte le speranze sono puntate sul green pass, mentre a nord del Brennero potranno sciare solo vaccinati e guariti. Bolzano è praticamente in zona gialla e “il passo verso l’arancione (e la chiusura degli impianti, ndr.) è breve”, ha fatto presente l’assessore alla sanità Thomas Widmann. “La quarta ondata – ha detto – arriva da nord e di certo non si ferma al Brennero. Siamo ad un passo dal deragliamento, anche perché in Alto Adige abbiamo una bassa percentuale di vaccinati“. La quota degli immunizzati è infatti del 10% inferiore al resto dell’Italia. In due settimane il numero di nuovi casi è aumentato di 15 volte e il numero di ricoveri è triplicato. Secondo Widmann, “servono il rispetto delle regole in vigore, più controlli e la terza dose che da oggi sarà accessibile a tutti dopo sei mesi”.

Come ha aggiunto il presidente della Regione, Arno Kompatscher, l’incidenza è più alta nelle regioni del nord, come l’Alto Adige e il Friuli, “ma non solo per questioni climatiche, ma anche per il basso tasso di immunizzati“. “Non serve – ha aggiunto – escludere i non vaccinati dal Green pass, se questo non viene controllato”. Anche i mercatini di Natale dell’Alto Adige sono osservati speciali e la situazione viene valutata di giorno in giorno. In vista della stagione invernale e dei numerosi incidenti sciistici, Widmann si è detto preoccupato per la pressione già alta sugli ospedali a causa della pandemia e dei 700 sanitari sospesi perché non vaccinati.

I dati confermano che la quarta ondata arriva da nord. In Alta Austria l’incidenza settimanale è a 1.422 e a Salisburgo addirittura a 1.519, mentre l’Italia è saldamente sotto 100.  Berlino sconsiglia viaggi in Austria e chi torna da lì deve stare dieci giorni in quarantena. Difficile immaginarsi una stagione invernale senza tedeschi.
Anche in Valle d’Aosta il contagio ha ricominciato a correre, soprattutto tra i giovani. La situazione per il momento resta sotto controllo, le soglie di occupazione dei posti letto ospedalieri e di quelli in terapia intensiva non destano preoccupazioni. Con tali condizioni di pressione sull’ospedale Parini si spera di poter avviare al meglio la stagione dello sci, la cui apertura – ad eccezione di Cervinia dove si scia già da alcune settimane – è prevista tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

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