PANDEMIA/ Nuove restrizioni si renderanno necessarie nelle regioni dove viene superato l’indice di 250 contagi ogni 100mila abitanti. AGGIORNAMENTO AL 9 GENNAIO: Indice di contagiosità all’11,6%

Il ministro della Salute Roberto Speranza (foto Ansa di Roccardo Antimiani)

Partecipando a un convegno via web (il webinar sul tema A me il braccio please. Vaccinare contro il Covid-19 gli operatori sanitari) organizzato dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp), il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito che “sarebbe sbagliato pensare di aver vinto contro il covid-19, anzi è indispensabile tenere altissimo il livello di attenzione e continuare con comportamenti corretti e misure restrittive, che sono l’arma fondamentale per la nostra battaglia contro il virus ancora per qualche mese”.

Speranza ha ricordato che ieri  ha firmato delle ordinanze che riportano in arancione regioni che rappresentano un pezzo importante e consistente: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria, in conseguenza della recrudescenza del virus, che continua a circolare, per cui  «purtroppo ancora per qualche tempo le misure di mitigazione e le regole sono e resteranno l’arma fondamentale con cui difenderci».

L’altra arma, che potrà diventare risolutiva se tutti gli italiani – secondo il programma che fissa anche le precedenze per categorie di persone – si vaccineranno è il vaccino. Finora – fa affermato il ministro – abbiamo superato le 500.000 vaccinazioni in Italia, ma questo è ancora l’inizio del percorso e le dosi di cui disponiamo sono ancora evidentemente limitate. Ma questo “credo sia un segnale importante e voglio esprimere gratitudine a tutte gli uomini e le donne del Servizio sanitario nazionale che ci hanno consentito di raggiungere questo primissimo risultato”. “Penso – ha proseguito – che siamo ancora all’inizio del percorso e le dosi di cui disponiamo sono ancora evidentemente limitate, abbiamo solo due grandi aziende che sono state autorizzate prima all’immissione in commercio, Pfizer e BioNTech, e da qualche giorno Moderna. Ci auguriamo solo che nel più breve tempo possibile altre aziende possano essere autorizzate a immettere in commercio il loro vaccino e dovremo essere poi veloci ad adattare ai nuovi numeri delle dosi disponibili la nostra macchina organizzativa e dentro quel passaggio sarà fondamentale il ruolo anche dei pediatri”. In questa prima fase, ha sottolineato Speranza, “abbiamo chiesto al personale sanitario di essere in prima linea soprattutto per dare l’esempio, perché vaccinarsi è fondamentale ed è la vera strada per uscire  da questa crisi così difficile”.

IPOTESI DI UNA NUOVA STRETTA DELLE LIMITAZIONI – Dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un’ulteriore stretta: se l’incidenza settimanale dei contagi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La proposta, avanzata dall’Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Comitato tecnico-scientifico, ma dovrà essere concordata con le Regioni in un incontro ce è probabile che si tenga all’inizio della prossima settimana, in vista della scadenza del Dpcm il 15 gennaio.

In base all’ultimo monitoraggio, con l’abbassamento dei parametri relativi all’incidenza dei casi, l’unica regione che andrebbe automaticamente in zona rossa sarebbe il Veneto, che ieri aveva un’incidenza a sette giorni di 454,31 casi per 100mila abitanti. A rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza a 242,44. In tutto sono cinque ad oggi le regioni o province autonome che superano i 200 casi ogni 100mila abitanti: oltre a Veneto ed Emilia Romagna, ci sono la provincia di Bolzano (231,36), il Friuli Venezia Giulia (205,39) e le Marche (201). In ogni caso, nessuna regione è sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, quella che, dice la cabina di regia del ministero della Salute, permetterebbe “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei loro contatti”. L’incidenza più bassa si registra in Toscana, con 78,95 casi ogni 100mila abitanti.

COVID-19: AGGIORNAMENTO DATI DEL 9 GENNAIO

Sono 19.978 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia oggi 9 gennaio con 172.119 tamponi, quindi con una percentuale dell’11,6% di contagiosità.  Il bollettino del Ministero della Salute inoltre fa sapere che i guariti o dimessi sono 17.040. I deceduti sono 483.

 

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