di SERGIO SIMEONE – Il destino dell’Italia è di essere sempre in bilico fra tragedia e farsa.
Tragedia. Mentre nel resto d’Europa c’è una netta contrapposizione tra destra ed estrema destra (in Francia mai e poi mai i gollisti si alleerebbero con il FN di Marine Le Pen; in Germania la Merkel vede come il fumo negli occhi la formazione AFP ed è arrivata a rifiutare una alleanza anche con i liberali quando questi hanno avanzato nel corso delle trattative richieste xenofobe), in Italia il capo di una formazione di estrema destra come Salvini si trova a capeggiare una coalizione, che, grazie all’alleanza con FI e Fratelli d’Italia, si è pericolosamente avvicinata alle ultime elezioni a quel fatidico 40% che le avrebbe concesso molto probabilmente di insediarsi da sola al governo.
Come se non bastasse, il leader del movimento dei Cinquestelle, Di Maio, dopo aver conseguito uno strepitoso successo elettorale, ha avviato contatti con Salvini per sondare la possibilità di formare un governo fondato sull’alleanza tra Cinque stelle e Lega. Se i contatti sfociassero in un accordo, avremmo un governo di identità indefinibile, un sorta di ircocervo politico. Che potrebbe rivelarsi un disastro.
Farsa.I contatti tra Di Maio e Salvini hanno subito una battuta d’arresto. Quale la causa? I cinque stelle hanno avuto una salutare resipiscenza? Grillo, dopo aver detto che Salvini è uomo di parola, si è andato a rileggere il programma della Lega ed ha pensato che il fatto che Salvini sia una persona di parola non è una cosa tanto positiva? No, la causa è un’altra: Berlusconi ha fatto sapere che lui vuole assolutamente essere coprotagonista dell’alleanza di governo, altrimenti non se ne fa niente. Ma Berlusconi, secondo il decalogo dei Cinquestelle detiene il record mondiale della impresentabilità ed è stato Di Maio a dire: allora non se ne fa niente.
Capite ora il paradosso? La impresentabilità di Berlusconi da grave difetto è diventato un pregio. E’ grazie a questa ”dote” di Berlusconi che probabilmente non avremo un governo misto, a giorni alterni, di populismo, demagogia, xenofobia e antieuropeismo.
Sappiamo che alcuni rideranno davanti a questo paradosso. Si tratta di gente che non ha mai letto Hegel. Il filosofo tedesco, redivivo, direbbe che Berlusconi è un individuo cosmico storico. Come Napoleone? Sì come Napoleone. Napoleone, diceva Hegel, segue le sue personali ambizioni (la gloria, il potere), ma in realtà, facendosi veicolo delle idee della Rivoluzione francese nel mondo, è strumento della Ragione, che di lui si serve per realizzarsi nella storia (astuzia della ragione). Berlusconi ha speso una vita per costruirsi la sua impresentabilità (un contatto con la mafia oggi, una compravendita di senatori domani, e poi la corruzione di un giudice, una frode fiscale, eccetera). Ed ora l’ha messa al servizio della Ragione, che l’ha scagliata come un macigno contro i populisti che stanno complottando per prendere il potere, scompaginando le loro file.
Certo, se ogni tanto questi benedetti giudici trovassero il tempo di leggere Hegel sarebbero più benevoli verso il nostro eroe.
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