di MARIO MEDORI/ Trentanove medaglie: dieci ori, quattordici argenti e quindici bronzi. E’ questo lo straordinario bottino della spedizione italiana ai Giochi Paralimpici di Rio 2016, che resteranno a lungo negli annali come una delle edizioni più vittoriose per lo sport paralimpico azzurro. Se infatti in passato l’Italia ottenne enormi risultati, a partire dalle ottanta medaglie di Roma 1960, era da Atlanta 1996 che non si vedeva un risultato così importante, mentre bisogna risalire addirittura fino al 1972 per trovare un piazzamento nella top ten del medagliere (nella foto a sinistra: la gioia di Zanardi e Beatrice Vio grandi protagonisti a Rio. In alto: Zanardi festeggia la sua vittoria con i compagni di squadra).
I risultati previsti alla vigilia sono stati raggiunti e spesso superati in molte discipline. Rispetto a Londra 2012, è arrivata l’attesa doppia cifra nel numero di ori, ma soprattutto c’è stato un incremento di undici podi totali, da ventotto a trentanove. Sono inoltre spuntati numerosi nomi nuovi, e quasi tutte l’Italia ha dimostrato di essere altamente competitiva in quasi tutte le discipline nelle quali era presente. A trascinare la spedizione sono state le tredici medaglie del nuoto, con ben otto atleti diversi, ed i cinque ori del ciclismo su strada, ma non hanno tradito le attese neppure atletica e scherma. Piacevole novità, invece, quella del triathlon, che al suo esordio paralimpico ha subito fornito due medaglie alla spedizione azzurra.
Un grande lavoro che parte da lontano: complimenti al presidente del CIP Luca Pancalli. Se consideriamo che le Paralimpiadi, al contrario delle Olimpiadi, sono diventate universali solamente nelle ultime edizioni, il risultato italiano a Rio 2016 assume dei contorni ancora più fulgidi: i confronti con le Paralimpiadi del secolo scorso, quando questo era ancora considerato un evento minore al quale partecipava un numero limitato di Paesi ed atleti, sarebbero infatti impari, mentre il bottino brasiliano batte nettamente tutti quelli registrati da Sydney 2000 in poi. Un risultato che è anche il frutto del grande lavoro svolto dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), Luca Pancalli, un vero uomo di sport con le sue quindici medaglie paralimpiche all’attivo, a dimostrazione del fatto che questi ruoli chiave andrebbero più spesso affidati ad ex atleti, anziché ai cosiddetti “politici dello sport”.
Commenta per primo