di FEDERICO ONORATI – A ogni legge di bilancio si parla di assalto alla diligenza. Soprattutto quando si avvicinano le elezioni. In tempi di maggioranze ballerine, spesso di notte, i parlamentari riescono a mettere sul piatto i loro voti e a inserire nella manovra di fine anno piccole mancette per il territorio, i lobbisti o l’elettorato di riferimento. E la Ragioneria generale dello Stato, generalmente attenta al centesimo, fa buon viso a cattivo gioco, pressata dalle esigenze e dai tempi stretti dell’esame parlamentare. Solo nell’ultima legge di bilancio, tra Camera e Senato, sono stati previsti finanziamenti per 2 milioni ai carnevali italiani (emendamento del senatore Pd Marcucci, guarda caso fratello della presidente del Carnevale di Viareggio…), 500mila euro per il Centro internazionale del Libro parlato di Feltre (Bl), 700mila euro per l’Accademia Vivarium Novum di Frascati (Roma), quasi 6 milioni per due nuovi parchi nazionali (Portofino e Matese) e due nuove aree marine protette (Capo d’Otranto e Capo Spartivento), 1,1 milioni per il restauro di tre chiese della Lunigiana, 600mila euro per l’Istituto Don Sturzo e 450mila euro per il Cimitero monumentale del Vajont.
DA ROSSINI A OVIDIO, COME FAR FELICI GLI ELETTORI – C’è poi una strada più tortuosa, ma che garantisce maggiore visibilità agli occhi dell’elettorato: presentare un ddl con finanziamenti ad hoc per determinate iniziative. La copertura finanziaria è sempre rinvenuta nei Fondi di riserva dei vari ministeri (soldi accantonati per esigenze straordinarie che possono verificarsi nel corso dell’anno): si spara alto, poi arriva la scure della Ragioneria dello Stato. Che o traccheggia e allora il ddl si perde nei cassetti di Camera e Senato, o riduce drasticamente le cifre iniziali. È il caso del ddl presentato dalla senatrice pesarese Camilla Fabbri (Pd) per i 150 anni dalla morte del suo più illustre concittadino, Gioachino Rossini: inizialmente si prevedeva una spesa di 6,5 milioni per il biennio 2017-2018, cifra monstre, ridotta poi a 700mila euro in tutto per quest’anno e il prossimo (a causa dell’iter parlamentare durato un anno e mezzo, da febbraio 2016 a settembre 2018).
Lo stesso è accaduto per il bimillenario della morte di Ovidio. Legge quest’ultima entrata in vigore proprio negli ultimi giorni della Legislatura, che a differenza delle altre è bipartisan, perché nasce dall’unione di due distinte iniziative di due senatrici, Paola Pelino di Fi e Stefania Pezzopane del Pd, depositate a primavera del 2016, a distanza di 35 giorni l’una dall’altra. Guarda caso, Ovidio era di Sulmona: e la Pelino è esponente della storica famiglia che nella cittadina abruzzese produce i famosi confetti. La Pezzopane, invece, è ex presidente della Provincia dell’Aquila. Entrambe chiedevano una cifra importante (8 milioni la forzista, 10 la dem): alla fine si sono dovute accontentare di 700mila euro per il biennio 2017-2018, anche perché il governo si è trovato quasi costretto a farla approvare perché nel frattempo la Romania (il paese dove Ovidio morì, nell’odierna Costanza) aveva già stanziato dei fondi per le celebrazioni.
Ha invece un respiro più “nazionale” (e lo testimonia il fatto che a proporla è stata direttamente l’Esecutivo Gentiloni) la legge che finanzia le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo (2019) e Raffaello (2020) e i 700 anni dalla morte di Dante (2021). In tutto quasi 3,5 milioni di euro per il triennio interessato, equamente divisi tra i tre Comitati.
SOLDI PER RICORDARE IL SOCIALISMO ITALIANO – Se i ddl per Rossini e Ovidio nascono dalla legittima intenzione di far arrivare finanziamenti al proprio collegio di riferimento, altre tre leggi hanno lo scopo di ricordare figure storiche, per coincidenza tutte assimilabili alla storia del socialismo italiano, a prescindere da anniversari e ricorrenze. È il caso dei 40mila euro ad anni alterni dal 2017 (140mila nel 2015) per la Fondazione “Giuseppe Di Vagno”, un deputato socialista pugliese assassinato dai fascisti nel 1921, intervento proposto dal deputato barese ex Pdl Distaso; ma soprattutto per la proposta che ha avuto l’iter più accidentato, quella per i 90 anni dall’omicidio Matteotti. Depositata dal presidente della Commissione Istruzione del Senato Marcucci (Pd) nel 2014, stanziava 300mila euro per quell’anno per l’anniversario. Il testo è stato però approvato solo a fine legislatura: i soldi sono rimasti gli stessi, ma andranno a finanziare iniziative per preservare la memoria del deputato socialista. E già che ci si stava, alla Camera è stato inserito un articolo che mette ordine nella gestione della Domus mazziniana di Pisa, affidata alle tre Università della città.
QUANDO CELEBRARE NON COSTA NULLA – Non tutte le leggi prevedono però finanziamenti: la prima di questa Legislatura, quella per il centenario della nascita di Alberto Burri, approvata nel 2014, era a costo zero, come le altre due che hanno dichiarato monumento nazionale la Basilica Palladiana di Vicenza (a prima firma dell’ex governatore veneto, il forzista Galan) e la Casa museo Gramsci di Ghilarza in provincia di Oristano (proposta dalla deputata sassarese del Pd Caterina Pes). Una dichiarazione in realtà solo formale, visto che ad essa non corrisponde alcuna conseguenza pratica.
Doveva essere una delle iniziative per il 70esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo il conferimento della medaglia d’oro alla Resistenza alla Brigata ebraica, progetto di legge presentato nel 2015 dalla deputata dem Quartapelle Procopio ma approvato solo a giugno 2017. Brigata ebraica che la stessa legge definisce “formazione militare alleata, composta da volontari di cittadinanza italiana o straniera, inquadrata nell’Esercito britannico, che operò durante la seconda guerra mondiale e offrì un notevole contributo alla liberazione della Patria e alla lotta contro gli invasori nazisti”.
E a proposito della passione storica dei nostri parlamentari, dopo quasi vent’anni si è riusciti finalmente ad approvare la legge che riconosce “Fratelli d’Italia” come il nostro inno ufficiale, a distanza di 71 anni dal decreto del governo De Gasperi che decretò l’abbandono della Marcia Reale senza però dare alla composizione di Mameli una veste ufficiale. Anche in questo caso, la legge è entrata in vigore proprio al fotofinish, ai primi di dicembre dello scorso anno: rimasta per quasi un anno nei cassetti della Camera dove l’aveva depositata il deputato Pd Umberto D’Ottavio, ha concluso la navetta parlamentare in appena nove mesi, senza passare per le due Aule.
DA TATARELLA ALL’AUTODROMO DI MONZA: LE PROPOSTE RIMASTE NEI CASSETTI – E poi ci sono quelle che sono rimaste semplici proposte. Si era iniziato a parlare ad esempio dell’istituzione di un premio biennale dedicato a Pinuccio Tatarella, di cui il prossimo anno ricorre il 20esimo anniversario della morte: al ddl a prima firma di Antonio Distaso, deputato fittiano di Bari e quindi conterraneo dello storico esponente del Msi, sono state dedicate due sedute della Commissione Cultura della Camera, ma non si è andati oltre la discussione generale.
Sono rimasti negli archivi invece i 4,5 milioni richiesti dal senatore Borioli, segretario provinciale del Pd di Alessandria, per il centenario della nascita di Fausto Coppi, nato proprio nella provincia piemontese nel 1919; o la destinazione di parte degli 8 milioni stanziati per i 70 anni della Repubblica e della Costituzione alle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di due illustri meridionali, Francesco De Sanctis e Pasquale Mancini, proposta dai senatori campani eletti in Fi Compagna e Sibilia; o infine gli 8 milioni per i 2200 anni dalla morte di Plauto stanziati da due ddl da Mara Valdinosi (senatrice Pd) e Elio Massimo Palmizio (deputato Fi).
Ma c’è stato perfino chi (la deputata emiliana Pd Antonella Incerti) chiedeva 10 milioni per il biennio 2014-2015 per celebrare i 900 anni dalla morte di Matilde di Canossa, che regnava proprio tra Emilia e Lombardia. Ben 19 sono i ddl non approvati che proponevano di dichiarare monumento nazionale alcuni luoghi: la città di Gibellina vecchia (distrutta dal terremoto del Belice), il Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa, alcuni sacrari militari del Veneto, il Ponte della Becca vicino Pavia e le Case Museo Cervi di Gattatico, Villa Verdi di Sant’Agata e Matteotti di Fratta Polesine. Alcuni prevedono anche un contributo per il restauro di questi neo-monumenti nazionali: è il caso della Basilica di San Michele di Pavia, della Pieve di Socana, del Campo di concentramento di Fossoli, del Colle del Lys e perfino dell’autodromo di Monza.
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