di FABIO CAMILLACCI/ Quando sembrava filare tutto liscio per la ripresa del calcio italiano post-emergenza sanitaria da coronavirus, spunta un bel problema sulla cosiddetta “quarantena soft”. Un aspetto che aveva ridotto il pericolo di una ripartenza calcistica circondata dall’ombra di una possibile nuova e forse definitiva interruzione. Fino a oggi Figc e Lega di Serie A avevano sempre ribadito, convintissime, di avere il necessario semaforo verde istituzionale per poter beneficiare della modifica della prassi in caso di contagio di un calciatore o di un membro dello staff; in pratica, seguendo il modello tedesco per la Bundesliga (a proposito, complimenti al Bayern Monaco che per l’ottava volta di fila si è laureato campione di Germania). E invece, adesso il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, alla vigilia della ripresa del campionato di Serie B e della finale di Coppa Italia e soprattutto a 4 giorni dal ritorno della Serie A, annuncia: “Bisognerà procedere a una modifica della legge”. Caro ministro, se ne accorge solo adesso?
Il verbale del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile. Nel documento che il Cts ha inviato al governo Conte sottolinea: “Servono chiare disposizioni riguardanti la quarantena di un soggetto risultato essere positivo a Sars-Cov2 e la quarantena precauzionale dei contatti del soggetto di cui sopra. Qualora anche un solo membro dell’equipe risulti positivo al test molecolare (tampone, ndr), tutti gli altri componenti del gruppo dovranno da quel momento, per ovvie ragioni di prevenzione epidemica, essere oggetto delle misure che valgono per ogni persona residente nel Paese”. Torniamo così alla vecchia e pericolosa spada di Damocle.
Un’autentica doccia fredda per Federcalcio e Leghe. In sostanza, per il Cts la proposta della Figc, seppur valutata e considerata positivamente, viene ritenuta “non compatibile” con il decreto legge del 16 maggio 2020 attualmente in vigore. Insomma, come ha detto Spadafora, bisogna cambiare la legge. Di fatto, c’è un via libera medico-scientifico per la procedura che dovrebbe consentire alle squadre di giocare la partita dopo aver verificato la negatività di tutti gli altri membri del gruppo, ma appunto c’è l’ostacolo del decreto legge. Cambieranno la legge o prevarrà una diversa interpretazione della norma?
Bisogna fare in fretta. A questo punto Palazzo Chigi dovrà dare una risposta a stretto giro di posta, anche perché poche ore fa il Venezia ha confermato il caso di positività di un suo giocatore, circostanza che fa diventare tutta la vicenda ancora più urgente per evitare che il campionato di Serie B parta subito con un intoppo. Preoccupato da questo sviluppo, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina si è affrettato a dichiarare: “Auspichiamo che in tempi rapidi il nodo quarantena possa essere risolto, perché è un problema. Non blocca in questo momento il nostro campionato, ma resta un problema. Giocheremo perché non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare”. Niente di nuovo, il solito pasticcio all’italiana; uno dei tanti.
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