di FABIO CAMILLACCI/ Alla fine il Coni ha deciso: la disastrata Figc non sarà commissariata, almeno per ora. Giovanni Malagò lo aveva fatto intendere alla vigilia della Giunta odierna (nella foto: il tavolo della Giunta con al centro Malagò). Tutto rinviato all’11 dicembre, e la scelta non è sbagliata se si vuole rifondare veramente e seriamente la Federazione e invertire la rotta rispetto a quanto accaduto fino a oggi. Cioè quanto abbiamo sottolineato nel pezzo dal titolo: “Calcio da Gattopardo”. Bisogna cambiare le regole: la Lega Nazionale Dilettanti nell’elezione del presidente Federale non può pesare più di Serie A e Serie B. In sintesi: se hai dalla tua parte Serie C e Lega Nazionale Dilettanti, vieni eletto presidente. Alla faccia di tutte le altre componenti. E’ assurdo. E il numero uno del Comitato Olimpico Nazionale dimostra di essere d’accordo con noi nel commentare il momento nerissimo del calcio italiano, aggiungendo un “tema formale”.
Il duro commento di Malagò. Al termine della Giunta, il presidente del Coni ha detto: “La crisi del nostro calcio coinvolge il sistema Paese in modo non paragonabile con nessuna altra Federazione. È una piena che travolge tutto e tutti. Sarebbe poco serio far finta che non sia successo nulla. Da questo punto di vista la mia posizione è categorica: il calcio italiano va riformato, vanno cambiate le regole, e lo si può fare solo con un commissariamento lungo, che cambi lo Statuto. Perché quello attuale impedisce di cambiare le cose, e su questo tutti in Giunta sono d’accordo. Non abbiamo discusso di Tavecchio, che rispettiamo. Il presidente paga come è giusto la scelta di un allenatore che non ci ha portato al Mondiale. Abbiamo affrontato i problemi del calcio e della Figc. Con queste regole forse qualcuno può fare meglio, ma quanto? Ecco perché qui siamo tutti convinti che il commissariamento sia doveroso”.
Il tema formale. Malagò inoltre ha spiegato: “Se oggi avessimo varato il commissariamento, ci saremmo esposti ad un ricorso al Tar, e non ce lo possiamo permettere. La Figc è stata commissariata 11 volte, qui siamo di fronte a problemi strutturali. Il calcio dice no, allora sostituiamo chi si è dimesso e andiamo avanti? Secondo me servirebbe a poco. Riunire i rappresentanti del calcio intorno ad un tavolo? E per fare cosa? Perdere tempo? Questi signori hanno già detto che non ne vogliono sapere”.
E allora? Quali saranno le prossime mosse? Il presidente del Coni risponde: “Aspettiamo le elezioni di B e A, ricordo che in A devono riempire 9 caselle. Se questo succede, tanti auguri al calcio. Noi continueremo a pensare che avrebbe avuto bisogno di altre soluzioni. Se mi sento preso in giro dalla Serie A? No, penso che sia una vittima. La A non ha potuto partecipare, ora ha il potere di prendere la decisione di cambiare le regole. Con questi presupposti nessuno ora riuscirebbe a trovare un ampio consenso. Cosa potrebbe fare con poco più del 50%? I tempi? Entro l’11 dicembre. E conoscendo Carlo Tavecchio, per rispetto delle istituzioni non convocherà le elezioni prima di quella data”. Signori, a oggi purtroppo è proprio questo lo stato delle istituzioni che governano il nostro mondo della pedata. Che tristezza.
Commenta per primo