Pd e Lega prima e dopo il voto in Emilia Romagna e Calabria

di NUCCIO FAVA* – Sono stati in molti a indicare il buon governo della Regione la principale ragione della sostanziosa vittoria di Bonaccini. Invece di assalire volgarmente citofoni e strumentalizzare i bambini di Bibbiano, Salvini avrebbe dovuto rinunciare alle sparate quotidiane sull’attaccamento alle poltrone come unica molla dell’accordo di governo tra Conte e Zingaretti, alla esaltazione dei porti chiusi, alla demagogia contro la droga, quasi la nuova ministra  dell’Interno, Lamorgese, fosse… una fumatrice di spinelli e sostenitrice dell’hashish libero.

Queste disinvolte e diseducatrici impostazioni non hanno premiato il capo leghista, che ha personalizzato in modo sfrenato ogni iniziativa, da vero capopopolo, vessillo al vento e pancia a terra per l’ultimo assalto al forte apache. Tutti atteggiamenti, questi, che, come si è visto, non hanno pagato, perché espressione di un eccesso di personalizzazione e di protagonismo senza limiti.

Positivo invece il modo quasi discreto con cui si è mosso il segretario Pd. Prima di  tutto la rivendicazione e la sottolineatura costante di una gestione unitaria del partito, pur con la naturale fatica che comporta raggiungerla,  garanzia però di condivisione e di unanime assunzione di responsabilità. Anche rispetto agli organi periferici del partito, alle loro valutazioni autonome in vista sempre di un risultato comune.

La positività del metodo è emersa in questo voto importantissimo, come risultato positivo  da non disperdere già nei prossimi appuntamenti, ai quali il capo leghista ha subito annunciato di guardare come occasione di rivincita. Il partito aperto è invece una indicazione positiva da riempire di metodo e di sostanza. Deve coinvolgere tutto il partito nella lotta all’orribile piaga da sanare radicalmente in Calabria, dove non basta il pur fondamentale intervento di Gratteri, ma è indispensabile lavorare per rinnovare il gruppo dirigente cercando di coinvolgere con seria motivazione il popolo di Calabria.

Il partito secondo la Costituzione è dei cittadini per contribuire -con metodo democratico – alle determinazioni della politica nazionale. Bisognerebbe tenerlo sempre a mente e soprattutto praticarlo, sfuggendo ad ogni tentazione di rottamazione e di un solo condottiero al comando.

*Nuccio Fava, presidente della sezione italiana dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune Politiche Rai

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