Per favore non chiamateli “governatori”, rischiate di rovinare pure Zingaretti

di ENNIO SIMEONE – Ripetiamo per l’ennesima volta l’invito ai nostri colleghi (dei giornali e delle tv): evitate di chiamare “governatori” i presidenti delle Regioni. Pensano di essere veri governatori come quelli degli Stati Uniti. E non lo sono. Perciò rischiano di combinare casini, creando confusione e disorientamento nell’opinione pubblica. Come già sta accadendo rovinosamente da quando è esplosa l’epidemia di coronavirus.

Alcuni di loro non solo si arrogano il diritto di emettere “ordinanze” in materia di ordine pubblico che competono al Governo nazionale o ai sindaci e non a loro, ma, per di più, aizzano i cittadini contro il Governo nazionale o contro i sindaci perché, a loro giudizio, non mettono a disposizione dei loro editti le “forze dell’ordine” (cioè il Governo per la polizia di Stato, i sindaci per i vigili urbani) per indurre i cittadini a rispettare le loro arbitrarie disposizioni.

Come se non bastasse quella macchietta del presidente della Regione Campania che è don Vicienzo De Luca, il quale ha attaccato con veemenza “coloro che non fanno rispettare la sua ordinanza che prescrive l’obbligo per i cittadini campani di indossare la mascherina anche all’aperto”, si è aggiunto poche ore dopo Zingaretti (non il commissario ideato da Camilleri: il fratello Nicola, presidente della Regione Lazio), il quale  ha annunciato la stessa disposizione per i cittadini della sua regione.

Per quest’altro “non governatore”, però, c’è purtroppo un’aggravante: dal giorno successivo all’esito delle elezioni regionali del 20 settembre – che hanno segnato una battuta di arresto per la Lega, e quindi un voto positivo per  il Pd – ha iniziato non solo a fare la voce grossa con l’alleato di governo, il M5s (che può vantare come un successo l’esito del referendum sul taglio dei parlamentari, confermando invece la solita debolezza nel voto regionale), ma  sta esibendo una certa arroganza anche nei confronti del presidente del Consiglio, rischiando di rompere quell’equilibrio che Giuseppe Conte sta garantendo al governo e quel prestigio faticosamente riconquistato all’Italia su scala europea.

Un consiglio a Zingaretti: faccia lo Zingaretti, non dia ascolto al “suggeritore” Goffredo Bettini, e soprattutto eviti di fare il De Luca alla romana, o il Di Battista di sinistra.

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