La polizia tedesca e quelle dei principali paesi europei hanno lanciato una gigantesca caccia all’uomo per catturare il killer del mercatino di Natale di Berlino, che lunedì sera ha provocato almeno 12 morti e decine di feriti, lanciando un tir sulla folla, a due passi dalla Chiesa del Ricordo. Una strage rivendicata dall’Isis. Il ministro dell’interno tedesco, Thomas de Maizière, ha annunciato che è stato emesso un mandato di cattura per tutta l’area Schengen, nei confronti di “un nuovo sospettato, non necessariamente il colpevole”, anche se adesso i dubbi sono pochi.
Secondo fonti di polizia, citate dalla stampa tedesca e britannica, si tratta di un giovane tunisino di 21 anni (24 secondo alcune fonti), Anis Amri (a lato le sue foto segnaletiche come ricercato pericoloso), i cui documenti sono stati ritrovati sul tir della morte di cui si era impadronito dopo una colluttazione con l’autista polacco del mezzo, Lukasz Urban, 37 anni, morto da eroe tentando di neutralizzare, ma senza successo, il killer.
Anis Amri, secondo la Sueddeutsche Zeitung, era arrivato in Italia nel 2012, dove è stato in carcere a Palermo per 4 anni per aver dato fuoco a una scuola. Scarcerato pochi mesi fa perché da Tunisi non erano arrivati i documenti di identificazione, si era trasferito in Germania. E’ stato fermato dalla polizia tedesca ad agosto con un falso documento d’identità italiano a Friedrichshafen, località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell’area di Kleve, al confine con l’Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità. Il giovane, recentemente radicalizzato, avrebbe utilizzato “almeno 12 nomi falsi” tra cui anche “un nome egiziano”, secondo la tv N24.
Il tunisino, sospettato di essere l’autore dell’attacco al mercatino di Natale a Berlino, è da considerarsi “armato e pericoloso”. E’ quanto si sottolinea nel mandato di cattura dell’uomo che ha usato almeno “sei diversi nomi e tre diverse nazionalità”. Era stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Stato: lo ha detto il ministro dell’Interno del Land Ralf Jaeger, in una conferenza a Duesseldorf.
Inoltre il tunisino ricercato “era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg” dopo che “il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo”: lo riporta lo Spiegel online sottolineando che “due giorni dopo era stato però rilasciato”.
Poche speranze per Fabrizia Di Lorenzo. Per la 31enne italiana dispersa, Fabrizia Di Lorenzo, le speranze sono sempre più fievoli. “Sento che mi ha abbandonata”, ha detto la madre al vescovo di Sulmona, Angelo Spina. Oltre a Fabrizia, c’è un solo italiano ferito: un palermitano di 34 anni, tornato oggi a casa con 25 punti di sutura in faccia. Dovrà essere operato.
Insieme al suo collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, il ministro degli esteri Angelino Alfano si è recato sul luogo dell’attentato. “Ho voluto manifestare a nome del governo italiano la nostra fraterna amicizia e solidarietà a Steinmeier e a tutta la Germania: soffriamo e siamo addolorati insieme”.
Commenta per primo