La scia di sangue e morte provocata dall’Isis è ormai un fatto quotidiano. I bersagli più grossi provocano giustamente reazioni e sdegno accompagnati da dichiarazioni severe e solenni che prospettano la volontà di opporsi con ogni energia per non dare tregua ai terroristi. Crescono a dismisura i tentativi disperati di raggiungere la costa e attraversare soprattutto il Mediterraneo ma anche gli approdi della Grecia e sperare in qualche modo di proseguire verso l’Europa. La tragedia dei migranti diventa così una conseguenza inevitabile dell’orrore del terrorismo, salutata con soddisfazione dal gruppo di comando dell’Isis. E’ evidente infatti che la spinta ad abbandonare città e territori d’origine provoca un grave problema ai paesi che dovrebbero accogliere i migranti e mostra al tempo stesso la forza dei terroristi che – anche per questa via –vogliono causare problemi ai paesi europei e un ulteriore segnale di potenza e di capacità di colpire in ogni luogo con la conseguenza di provocare ulteriori difficoltà nei paesi dove i disperati del mare vorrebbero approdare.
In un quadro così sommariamente richiamato, ma che non può non suscitare grave preoccupazione e timore per il futuro, fa purtroppo sorridere, ma di un sorriso profondamente amaro, lo strappo per molti versi clamoroso tra l’Europa e l’Italia. Junker e Renzi hanno sonoramente polemizzato sul tema ”annoso” della “flessibilità”, con il giudizio piccato del presidente della Commissione Europea che ha accusato Renzi di comportarsi in modo superficiale e rivendicando a sé l’iniziativa e l’apertura proprio sul tema della flessibilità. Renzi con il suo stile tranchant ha risposto sul tg 5 : ”l’Italia non prende lezioni e non può essere trattata come uno scolaretto che ha marinato la scuola”. Insomma Renzi vuole continuare a battere “i pugni sul tavolo” recandosi la prossima settimana ad incontrare la Merkel, mentre Junker ha annunciato la visita a Roma a febbraio.
Dicevamo di uno scontro da asilo, se però non cogliessimo anche la gravità e serietà della polemica, nel momento in cui l’Europa è in affanno ed emergenze drammatiche ed urgenti premono alle nostre porte con gli assalti jihadisti e il fronte emigrazione che non trova in alcun modo soluzioni ragionevoli e condivise. Urge sempre più del resto la questione libica, sulla quale siamo fortemente chiamati in causa come Italia senza purtroppo però che si intraveda una strada praticabile per impedire altre vittime, militari e civili e altri sbarchi di disperati del Mediterraneo.
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