Il tono è sicuro, a tratti spavaldo come l’intervento di domenica pomeriggio in Tv. Forse anche per questo non si potevano attendere novità di rilievo da un leader-premier che utilizza in anticipo i media, tenendo il boccino della comunicazione in mano e conservandolo con abilità ed efficacia.
Lo stesso stile ha caratterizzato le riflessioni di Renzi sia nella relazione introduttiva che nelle conclusioni. Quasi tutti di consenso gli interventi tranne Cuperlo, molto critico col segretario-premier: “Non sei un leader al più un capo con tratti di arroganza”. La critica però è caduta nel vuoto.
Come il cavaliere giustiziere che arriva alla fine a sistemare tutto, Renzi ha assunto su di sé – come aveva fatto da Lucia Annunziata su Rai3 – la responsabilità dell’ormai famoso emendamento, collegandolo alla politica del governo per rimettere in moto le Grandi Opere ferme da anni. Un modo elegante per disincagliare le vicende della Basilicata dal mare fangoso e inquietante dallo scandalo Guidi e dintorni.
Nonostante Cantone, la marea della corruzione non sembra arrestarsi e sembra una sfida ai giudici l’invito altezzoso di interrogare lo stesso Presidente del Consiglio e di giungere presto a sentenza. L’effetto perverso della corruzione colpisce inevitabilmente nel profondo la sensibilità dei cittadini, accresce sfiducia e rabbia verso i politici e le istituzioni. Tutto ciò è alla base l’ultima analisi della diserzione dal voto e, fenomeno sempre più inquietante della crescita dei populismi e dei rischi per la democrazia.
Ritenere che da sole le “primarie” siano una risposta non appare molto convincente, anche in considerazione degli episodi sconcertanti che si sono registrati. Ma rispetto a questa avanzata dei populismi nazionalisti e xenofobi, che riguardano direttamente la funzione e la natura di una forza politica oggi, non si ascoltano riflessioni e analisi persuasive. Prevale un atteggiamento di quasi compiacimento, di come siamo bravi rispetto ai nostri avversari, di una autoreferenzialità che sembra percorrere tutto il partito. Non basta ripetere i successi dell’inizio e le buone promesse del passato.
Opinione pubblica ed elettori appaiono non entusiasti: scandali, trasparenza insufficiente, il rischio dell’eterno male della commistione politica e affari sono problemi e angustie che peseranno non poco anche nell’appuntamento delle Amministrative e dello stesso Referendum Costituzionale di ottobre.
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