Non si vuole essere irrispettosi, specie dopo la tragedia terroristica consumatasi l’altro ieri in Turchia, accostando fatti diversissimi. Il rilievo sicuramente eccessivo assicurato sui media alle vicende di Quarto Flegreo, cittadina del napoletano ad alta presenza camorristica, è forse dovuto al coinvolgimento di una sindaca di Cinquestelle, non inquisita, peraltro, dalla magistratura napoletana, ma sospettata ad un certo punto di “alto tradimento” dai vertici pentastellati perché ritenuta non sufficientemente trasparente e leale. Da qui l’espulsione decreta da Grillo, che ne pretendeva le dimissioni immediate. La sindaca ha rifiutato di farlo, forte del sostegno consiliare del blocco ex Cinquestelle. La vicenda ha assunto il carattere di straordinario caso politico nazionale con tutti i leader a dichiarare e ad attaccare a destra e a manca, con la crescente attenzione compiaciuta di Tv e giornali.
Quello che forse è davvero grave, non costituendo purtroppo un episodio singolo e solitario, è legato alla conferma della costante infiltrazione della camorra (come di ‘ndrangheta e mafia) nelle vicende politiche italiane. Non più limitata al pizzo e al contrabbando ma indirizzata agli appalti, ai grandi affari anche in occasione di calamità e di terremoti, attraverso la compiacenza di politici disponibili, specie se corrotti e interessati allo scambio di voti. Per la camorra e organizzazioni similari non conta il colore politico, lo schieramento da interpellare, conta chi può garantire soldi e potere in cambio di voti. Al punto che si può modificare del tutto l’originario orientamento corruttivo se il possibile vincitore risulta ai capibastone incerto o sicuramente sconfitto e spostare con abilità e tempismo, la posta sul partito ritenuto sicuramente vincente alle votazioni. Si passa in pratica dall’iniziale scelta a favore del Pd, al trasferimento dell’investimento camorristico a vantaggio dei Cinquestelle, tutti in qualche modo vittime e protagonisti di una infernale macchinazione.
Ne emerge un quadro di squallore politico senza fine, alimentato non soltanto dalle vicende interne dei Cinquestelle, cui si accodano un po’ tutti i leader per trarne un qualche vantaggio in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. In particolare per il voto di Roma e di Napoli , dove le vicende amministrative di sono intrecciate con gravi episodi di malaffare e corruzione.
Singolare in modo particolare l’intervento del presidente del Consiglio, privo di ogni riferimento alla camorra e alla lotta alla corruzione, piaghe storiche del Mezzogiorno, sempre più distante dal resto del Paese. Il diluvio di interventi e dichiarazioni -Renzi compreso – cadevano nella giornata in cui vengono pubblicati i dati sulle morti, i tumori, le malformazioni nella cosiddetta terra dei fuochi. Una vasta aerea di territorio tra Napoli e Caserta infestata da anni con rifiuti tossici, affondati nel sottosuolo ad opera della camorra. Purtroppo siamo difronte ad un caso esemplare di profonda inadeguatezza della politica, della sua sconcertante tendenza ad essere preoccupata in permanenza dalle scadenze elettorali trascurando di guardare più a fondo ai problemi veri e gravi che riguardano direttamente i cittadini, vivano essi in Campania o in Lombardia. Una inadeguatezza grave e preoccupante che tocca in vario modo anche i difficili equilibri geopolitici in crisi attraversati dalla crudele lotta disumana del terrorismo,
che necessita di un salto politico che fino ad ora non c’è stato.
Nell’ultimo discorso di Obama, il presidente americano, citando papa Francesco , ha detto che non bisogna odiare i musulmani ma favorire il dialogo, la comprensione e il rispetto reciproco . È l’unico modo vero per non avere paura e guardare con fiducia all’avvenire.
Commenta per primo