di GIOVANNI PEREZ – I vari tentativi in atto in Italia di formare un nuovo governo sono finora miseramente falliti. La colpa? Dell’ex cavaliere Berlusconi, che, disarcionato dal cavallo, non si rassegna a ritornare a terra? Finora a sostenerlo sulla scena politica è stato, nel bene e nel male, il suo palafreniere, Matteo Salvini. Il nuovo padrone assoluto della Lega, pur sentendosi forte grazie ai consensi ottenuti in maniera più o meno limpida politicamente dagli italiani alle elezioni di marzo, appare ancora legato al pregiudicato Silvio. Salvini in realtà sta giocando silenziosamente con Berlusconi la partita finale che ne prevede il “pensionamento” fagocitando i restanti voti di Forza Italia nella nuova Lega da lui rifondata.
Nella partita a scacchi la pedina “regina” 5 Stelle sta giocando, consapevolmente o meno, il ruolo di comprimaria, mentre i Ds restano alla finestra in attesa degli eventi: una tattica suicida dettata tra le quinte da un Renzi ben consapevole di quanto sta accadendo, ma con la speranza di risorgere dalle ceneri di un partito che gli era sfuggito di mano.
Nessun osservatore osa fare previsioni sull’esito di questa battaglia di tutti contro tutti. Una situazione particolare, del tutto anomala e nuova nella storia della politica italiana; quindi troppo complessi i giochi per arrischiare la previsione di un finale.
Comunque una previsione la tentiamo: constatato che non sarà possibile raggiungere un accordo tra i partiti e quindi una maggioranza per governare, resterà solo la via di nuove elezioni. Un grosso pericolo è però in agguato: stanchi dei giochi di potere, gli elettori italiani diserteranno in massa i seggi elettorali, con il risultato che per chi otterrà la maggioranza sarà comunque una vittoria di Pirro. Con uno spettro che potrebbe profilarsi: l’instaurarsi di una dittatura che agiti la promessa di “mettere ordine”.
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