Nonostante il caos sulle cosiddette unioni civili, addirittura con la minaccia della fiducia, Renzi e i suoi appassionati sostenitori hanno dovuto prendere atto che è stato Francesco Totti ad avere più spazio. E’ la logica dei media – avrebbe ricordato Umberto Eco – che alla novità comunicativa rappresentata dalla discesa in campo di Berlusconi aveva dedicato riflessioni memorabili dopo essersi occupato in chiave analoga del fenomeno Mike Bongiorno. Si comprende meglio così l’ansia mediatica –fin dagli anni giovanili – dell’attuale presidente del Consiglio, concorrente alla Ruota della fortuna, poi ospite della De Filippi, le lunghe comparsate con Massimo Giletti, dalla Bignardi, da Fazio e in ogni spazio che si rendesse occupabile.
Ciononostante il segretario-presidente si è fatto confezionare un video commemorativo dei due anni di successi e imprese messe in campo da palazzo Chigi: in Italia, in Europa e in giro per il mondo.
Seguo la politica da molti anni e mi è spesso accaduto di sentire il ritornello dei governanti: “Fatichiamo un sacco, impegnati quotidianamente a risolvere i problemi, ma poi non sappiamo comunicare, informare il Paese dei risultati”. Non immaginavo ci toccasse assistere ad una replica renziana di questo ritornello accompagnata da una forte richiesta a tutti i militanti di farsi efficaci diffusori del pensiero e dell’azione del governo, dalle Alpi al Lilibeo.
Oltre ad essere discutibile in sé, un video siffatto risulta comunque troppo autocelebrativo e propagandistico per raggiungere con efficacia opinione pubblica ed elettori. Sono assenti del tutto molti dei problemi che assillano la vita delle famiglie e delle imprese, i dati modesti su una ripresa che non c’è, così pure quelli sul lavoro e sull’economia senza che si intravveda una plausibile prospettiva di miglioramento. Ci spiace doverlo scrivere, ma a noi non ha fatto una bella impressione nonostante il contributo – si dice compiaciuti a palazzo Chigi – dei massimi esperti Usa di comunicazione elettorale e politica. Ed è appunto la politica che entra prepotentemente in gioco, senza scadere in trasformismi e ambigui giochi di potere e di pura convenienza, a partire dalla prima decisiva scadenza delle cosiddette unioni civili, tema tormentato e delicatissimo.
Il presidente-segretario e il suo cerchio magico avevano sostenuto che il governo si sarebbe tenuto fuori, trattandosi di materia per sua natura di carattere parlamentare. E’ seguita la trattativa fallimentare con i 5stelle, con accuse pesantissime da una parte e dall’altra; l’annuncio infine di un maxi emendamento patrocinato dal governo che lasci fuori il delicato tema delle adozioni e recuperi così il rapporto con Alfano e i suoi, ricorrendo addirittura in extremis alla richiesta di un voto di fiducia.
Non è certo un capolavoro politico ma quello che sembra contare di questi tempi è che comunque si procede, si va avanti, che il Pd “mantiene gli impegni”. Tatticamente, intanto, la parte del cireneo tocca al capogruppo Luigi Zanda che dovrà in zona Cesarini martedì notte portare a conclusione l’assemblea dei senatori Pd proposta e richiesta dal premier-segretario.
Commenta per primo