Quattro capipopolo (più uno) che imperversano sui teleschermi

di GIOVANNI PEREZ –
Silvio Berlusconi non si dà pace. Evidentemente stanco di accarezzare le pecorelle salvate dal macello, che pascolano felici nel parco della sua villa (hanno preso il posto delle fanciulle delle “cene eleganti” ad Arcore, che sono ormai un ricordo) da qualche tempo ha deciso di ritornare a fare politica attiva e così l’altro giorno ha fatto la sua comparsa trionfale durante i lavori dei giovani virgulti di Forza Italia. Prima di tutto ha ribadito (ma chi aveva dei dubbi?) che tornerà a fare politica alla testa del suo partito. Una decisione che ha definito “storica” ed indipendente dalla sentenza della Corte Europea, che dovrà pronunciarsi sulla sua riabilitazione politica. Una riabilitazione che gli viene negata dai soliti nemici catto-comunisti (sarebbe il caso che qualcuno lo avvisi che sono  trascorsi molti anni dalla caduta del muro di Berlino).
Inoltre, reduce da una cura di ringiovanimento a Merano, ha anche dichiarato di cercare casa proprio nella città altoatesina, con l’evidente tentativo di conquistare le simpatie della Svp, come quando comprò casa a Lampedusa per farsi leader di un’accoglienza dei migranti che poi si guardò bene dal praticare.
Anche l’irrefrenabile Matteo Salvini sta facendo la voce grossa. In realtà cerca di darsi da fare per conquistare uno spazio sui giornali, ma soprattutto nei telegiornali della Rai. Come Berlusconi, anche Salvini si dipinge come una vittima, ma questa volta della magistratura che si è ricordata dopo molti anni di bloccare i fondi della Lega per recuperare i milioni di euro distratti illecitamente dalle casse del partito dal precedente “capo”, Umberto Bossi.
Nel quadro politico italiano merita di essere ricordata anche la polemica tra i 5 Stelle sulla scelta del nuovo capo del movimento. Beppe Grillo, padre-padrone, vorrebbe che fosse il suo pupillo Luigi Di Maio, ma una parte degli aderenti al movimento non è d’accordo. Molte voci si sono levate per chiedere che la scelta non venga calata dall’alto, cioè dal “fondatore-dittatore”, ma venga scelto democraticamente. Ma entrambi fanno orecchie da mercante.
Da non dimenticare infine il dimenarsi dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi,  che in qualche modo appare  giornalmente sui teleschermi nel timore che gli italiani lo dimentichino. A quanto pare non si rende conto che una frequenza forzata di apparizioni in tv finisce per renderlo inviso persino a una parte degli elettori che ancora credono in lui.

Commenta per primo

Lascia un commento