di NUCCIO FAVA – Veglia, cordoglio, tanti fiori e candele accese non solo a Bruxelles con l’animo turbato per l’abominio crudele degli attentati Isis , con quelle immagini incancellabili dei corpi straziati delle vittime e dei feriti, le persone terrorizzate che fuggono alla ricerca di una via di scampo.
A maggior ragione forse avverto il bisogno di ricordare uno studioso e politico di razza, uomo onesto forte e mite come era Nino Andreatta, più volte ministro e contemporaneamente docente universitario apprezzato per competenza e visione geopolitica dei problemi su scala globale. Sul terreno politico faceva riferimento ad Aldo Moro e Benigno Zaccagnini. Nino Andreatta è stato ricordato alla Camera dei Deputati, alla presenza di Mattarella e Napolitano, di molti esponenti del mondo dell’università e della politica di differente orientamento.
Ho avuto la fortuna di conoscere Andreatta all’inizio degli anni ‘60 a San Pellegrino terme dove l’onorevole Moro cercava di arricchire di contenuti ideali e programmatici e di adeguate risposte la politica alla vigilia dell’impegnativa nuova fase di alleanza con i socialisti di Nenni. Andreatta motivava in modo convincente l’urgenza della programmazione economica, per promuovere la modernizzazione dell’Italia-non la rincorsa confusa e diseguale al benessere –per dare finalmente risposta all’unificazione del Paese e al ritardo drammatico del Mezzogiorno.
Fondamentale la sua azione durante gli anni di Calvi e Sindona assumendo una posizione molto ferma e chiara anche nei confronti dello Ior e delle finanze vaticane con a capo monsignor Marcinkus. Purtroppo un brutto attacco cardiaco durante una seduta della Camera e l’improntitudine e il ritardo con cui si tentò di provvedere privarono l’Italia di una delle più belle e originali personalità politiche.
La stessa iniziativa dell’Ulivo ebbe in Andreatta il maggiore ispiratore e la scomparsa è stata non piccola causa del suo infiacchimento e della sua progressiva scomparsa. Una eredità comunque quella di Andreatta che andrebbe rivisitata e ricompresa alla luce dei gravi problemi economico-sociali che persistono e dello sbandamento profondo che attraversa l’Europa sottoposta all’assalto micidiale del terrorismo. Andreatta non ha mai rinunciato a pensare ai problemi italiani in modo unitario, come grandi questioni che riguardavano il bene comune della nazione tutta intera, a cominciare dall’istruzione e dall’università, dalla formazione delle nuove generazioni anche in senso civile e morale.
Questo compito enorme spetta ai politici adulti che devono però favorire in ogni modo lo scambio dell’esperienze e il passaggio di testimone con i più giovani. Solo così una democrazia cresce, si alimenta di continuo e si rinnova giorno per giorno.
Nuccio fava
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