di NUCCIO FAVA – Una bella giornata all’ONU, con 175 paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi sul clima, condizione e premessa per dare speranza e futuro all’intero pianeta. La Terra, la nostra casa comune, vive una condizione preoccupante. In modo significativo l’Onu ha scelto di svolgere per la solenne cerimonia la data della Giornata Mondiale della Terra, sottolineatura efficace che il problema riguarda tutti i suoi abitanti. Si tratta di quella casa comune che contiene tutto il genere umano e riguarda tutti i suoi elementi che compongono il cosmo: natura, esseri viventi, foreste, acque e ghiacciai, fiumi, mare, atmosfera.
I rischi e gli attentati alla Terra vengono causati da tempo da una distruttiva ed irresponsabile azione di sfruttamento intensivo da parte dell’uomo, che ha provocato inquinamento crescente, specie da parte dei paesi più ricchi e di una industrializzazione spesso senza regole. La crescita dell’inquinamento ne è la conseguenza con esiti drammatici sulla vita di milioni di persone e costi sempre più elevati per i sistemi sanitari di ciascun paese. Basti pensare ad esempio alla condizione delle nostre città quando si blocca il traffico o si ricorre alle targhe alterne, provvedimenti estremi senza nessuna incidenza. Urgono scelte più generali e programmazioni adeguate, a cominciare dalle energie rinnovabili, da utilizzare con oculatezza, investimenti oculati e trasparenza, massima attenzione costante all’impatto ambientale.
Nel suo breve intervento, il presidente del Consiglio italiano ha richiamato la definizione usata dal Segretario Ban Ki Moon che ha definito “storica” la firma di 175 Capi di Stato della Risoluzione sul clima ed ha illustrato i risultati raggiunti dall’Italia, impegnata a proseguire ed accelerare tutti i progetti a favore dell’ambiente.
In un incontro con i giornalisti, a margine della giornata dell’Onu, Renzi ha voluto inviare un ramoscello di ulivo alle forze di opposizione, invitandole ad abbassare i toni dello scontro. In modo analogo, il giorno dopo, ha chiesto rispetto reciproco alla magistratura, senza replicare al presidente dell’Anm, Camillo Davigo.
Cambio di clima, dialogo e confronto pacato? Ce ne sarebbe un gran bisogno, ma non sarà facile. Battono alle porte problemi e scadenze importanti, incombono le elezioni amministrative e anche dall’Europa e dal Mediterraneo questioni delicate e difficili restano aperte.
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