Una perquisizione da parte della Guardia di Finanza è stata effettuata presso il domicilio del dottor Luca Palamara, ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. La perquisizione rientrerebbe nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura di Perugia nei confronti del magistrato, indagato per corruzione, e di altre persone, e sarebbe collegata ad un’accusa secondo cui il pm Palamara, quando rivestiva il ruolo di componente del Csm, avrebbe ricevuto 40mila euro dagli avvocati Giuseppe Calafiore e Piero Amara per favorire la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela, nomina non andata in porto.
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati in carica, Pasquale Grasso, in merito all’inchiesta di Perugia ha commentato: “Si susseguono notizie relative a indagini nei confronti di magistrati, anche ex componenti del Csm. Trattandosi di procedimento in corso, non intendo commentare se non per rimarcare il fatto che la magistratura adempie costantemente al proprio ruolo istituzionale e costituzionale nei confronti di qualsiasi soggetto. Ivi compresi gli stessi magistrati”. Inoltre il dottor Grasso ha sottolineato: “Non ravviso alcun elemento di correlazione tra le indagini in corso a Perugia e la nomina del procuratore della Repubblica di Roma, salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione. Il procedimento che condurrà a questa nomina – aggiunge – è in corso nella sede costituzionalmente prevista, e nel rispetto delle norme di legge. Ogni altro commento mi parrebbe un ulteriore indebito tentativo di interferenza sull’attività del Consiglio”.
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