PICCOLO SCHERMO/ Quando l’intrattenimento rischia di diventare deprimente

di GIOVANNI PEREZ – A confermare il vecchio detto che “al peggio non vi è limite” ci ha pensato nei giorni scorsi la Rai con i suoi programmi di intrattenimento. Iniziamo con “Romanzo familiare” andato in onda a puntate in prima serata su Rai 1. E’ popolato da parecchi personaggi che appaiono e poi  scompaiono senza lasciare traccia. Altri che sono apparsi per un tempo così breve che lo spettatore non  ha avuto il tempo di realizzare e comprendere chi fossero e che cosa ci stavano a fare in quel frangente. 
Quindi una serie  priva di apparente filo logico, ancorché firmata da una regista di chiara fama come la Archibugi, cucita in sottofondo dall’ironica narrazione di Messeri e illuminata dall’interpretazione di Giancarlo Giannini: in certo passaggi sembrava uno di quei filmini girati dagli amanti dell’8 millimetri, che poi costringono i malcapitati amici ad ammirarne la proiezione e ad ascoltare dalla voce del “regista” che “quello è lo zio Mario in montagna” mentre “quella è mia sorella Luisa, quando era piccola in colonia a Riccione” e via di questo passo.
Sempre in “Romanzo famigliare” viene proposta una improbabile Accademia navale di Livorno, popolata da avvenenti cadette impegnate, oltre che a rifare le brande in camerata,  a scalare i cordami della gloriosa Vespucci.  A proposito della bellissima nave scuola, credo che non meritasse di fare da sfondo alla discutibile storia.
Restando in tema di trasmissioni di dubbio gusto, se non proprio spazzatura, tra le tante credo sia il caso di menzionare ”Stasera tutto è possibile”con  Amadeus, presentatore del momento, ma buono per tutte le stagioni,  costretto a sorridere anche quando invece ci sarebbe da piangere; per non citare Le spose di Costantino” che sembra tagliata su misura per accontentare le ambizioni di Costantino della Gherardesca, i cui avi citati da Dante, probabilmente si rivoltano nella tomba.
Concludiamo la carrellata con “La linea verticale”, poco adatto per gli ipocondriaci o per chi soffre di depressione, visto che si svolge tra letti di un ospedale, flebo e medici “fuggiaschi”.

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