Per la prima volta è stata celebrata una unione civile tra un poliziotto (arrivato in divisa alla cerimonia in Campidoglio), Raffaele Brusca, 48 anni – che lavora in un ufficio interforze del Viminale, oltre ad essere un sindacalista Silp-Cgil – e il suo compagno, che ha conosciuto 10 anni fa in una festa, Antonio Sapienza, 46 anni, impiegato in una multinazionale a Roma.
Raffaele ha voluto vedere riconosciuto il suo rapporto senza nascondersi, mostrando anche l’appartenenza ad un Corpo al quale ha legato la sua vita. Una scelta che non sarebbe stata possibile senza l’autorizzazione e il consenso dei vertici della polizia, incluso quello del capo della polizia, Franco Gabrielli.
Secondo i dati forniti da Polis Aperta, l’associazione nata nel 2005 che si batte contro le discriminazioni verso i gay nelle forze armate e di polizia, sarebbero 19mila, in Italia, le persone omosessuali tra carabinieri, poliziotti, agenti penitenziari, Finanza ed esercito. La maggioranza di loro non dichiara il proprio orientamento sessuale, perché teme di subire delle vessazioni da parte dei colleghi o dei superiori.
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