“Ha ragione Cantone: contro la corruzione è più utile una buona legge che una riforma del procedimento giudiziario. E questo provvedimento toglie opacità e porta tutto in superficie. È una legge che dà garanzie ai cittadini, non ai partiti”. Matteo Richetti (foto), relatore della legge sui partiti, sintetizza così il testo base, depositato ieri dal deputato Pd dopo un lungo dibattito in commissione. Discussione, aggiunge Richetti, di cui si è tenuto conto nella stesura del provvedimento.
Tanto che dal ddl originario è stata tagliata la norma ‘anti M5S’, ovvero l’esclusione dalle elezioni per quei partiti che, come i 5 Stelle, non sono dotati di unoStatuto. Basterà una ‘dichiarazione di trasparenza’. “Ora non possono dire no alla legge…”, commenta il dem Giuseppe Lauricella.
Sono tre i punti più rilevanti del provvedimento: la dichiarazione di trasparenza, spiega Richetti,”per tutte le liste che vorranno candidarsi, nella quale deve essere reso pubblico chi detiene il simbolo, la modalità di selezione delle candidature e le funzioni degli organismi”. Inoltre si “elimina la necessità del consenso da parte dei donatori per la pubblicizzazione per gli importi sopra i 15 mila euro” ed infine “vengono introdotte sanzioni per tutti i soggetti che non adempiono agli obblighi di trasparenza“.
“Trasparenza e partecipazione sono le chiavi per restituire credibilità ai partiti. Il testo base della legge sui partiti, presentato oggi in commissione Affari costituzionali, garantisce il pieno accesso degli aderenti a informazioni e albo degli iscritti e la trasparenza su procedure, decisioni e finanziamenti”, spiega il relatore Richetti.
Per quanto riguarda la ‘dichiarazione di trasparenza’, si specifica nel testo: “I partiti o i gruppi politici organizzati, che intendono presentare liste di candidati nei collegi plurinominali, devono contestualmente depositare presso il Ministero dell’interno ilcontrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le liste medesime nei singoli collegi plurinominali nonché (…) il proprio statuto ovvero, in mancanza, una dichiarazione, con la sottoscrizione del legale rappresentante autenticata dal notaio”, si legge nel testo.
Nella dichiarazione vanno indicati “i seguenti elementi minimi di trasparenza: 1) il legale rappresentante del partito o del gruppo politico organizzato e la sede legale nel territorio dello Stato; 2) gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione nonché le relative attribuzioni; 3) le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste”.
Per quanto riguarda la selezione dei candidati ciascuno deve indicare la modalità prescelta che siano primarie, consultazioni on line o indicazioni dei vertici di un partito. Vengono “ricusate” quelle liste che “non abbiano presentato la dichiarazione di trasparenza in conformità” a quanto prescritto dalla legge e quelle liste “che non abbiano depositato il proprio programma elettorale”.
Nasce poi la sezione ‘Elezioni trasparenti’ sul sito del ministero dell’Interno, nella quale “per ciascun partito, movimento o gruppo politico organizzato” verrà pubblicato “a) il contrassegno depositato; b) lo statuto ovvero la dichiarazione di trasparenza; c) il programma elettorale. (…) Nella medesima sezione sono pubblicati, entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle liste dei candidati per le elezioni della Camera dei deputati”, si legge nel testo del provvedimento.
Per quanto riguarda le donazioni, viene modificata la legge approvata durante il governo Letta: diventa obbligatorio indicare il donatore delle somme superiori a 15 mila euro. Mentre per le donazione dai 5mila ai 15mila euro resta la richiesta di consenso alla pubblicizzazione da parte del donatore. Vengono infine previste una serie di sanzioni pecuniarie per quei partiti che non rispettino la trasparenza, sia sulle donazioni, che sui bilanci.
Per il grillino Danilo Toninelli, uomo delle riforme del M5S, la norma in questione “era incostituzionale, e questo a detta di tutti”. Dunque il colpo di bianchetto “lo davamo per scontato”. Di contro, Toninelli si mostra perplesso sul nuovo testo in Affari costituzionali. “Non è stata recepita alcuna istanza del M5S – dice conversando con i cronisti a Montecitorio – non si parla di trasparenza, non si fa alcuna menzione delle fondazioni, da dove arrivano i soldi che finanziano i partiti. In sintesi, c’è totale oscurità”.
Per Toninelli, inoltre, nel testo “mettono nuovi paletti alle liste civiche e ai cittadini che vogliono partecipare”. E a chi gli fa notare che anche il M5S, come spiegato da Casaleggio jr sul blog, è destinato a dare vita a una fondazione nel prossimo futuro, “la nostra fondazione – replica Toninelli – va bene perché diremo chi ha sottoscritto ogni centesimo, nella totale trasparenza. Dovrebbe essere obbligatorio per legge”.
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