Chi di censura ferisce, di censura perisce. Sulla vicenda delle statue del Campidoglio coperte da pannelli per non urtare la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rohani, in visita a Roma dopo una lunga assenza dall’Europa, Fi presenta un’interrogazione parlamentare gridando alla “censura culturale”.
“Le scienze come l’arte e la storia – sottolineano gli azzurri – sono immuni dal senso del pudore, anche quello più estremo e radicale. Ed è profondamente immorale dover censurare i simboli e le opere che hanno forgiato la storia di un Paese, le sue radici e la sua identità”. Eppure sulla ‘censura’ a nudi raffigurati in opere d’arte caddero anche gli azzurri al governo, con Silvio Berlusconi alla guida di Palazzo Chigi.
La copia del celebre dipinto di Giambattista Tiepolo ‘La Verità svelata dal Tempo’ – scelto dal Cavaliere in persona come nuovo sfondo per la sala delle conferenze stampa- venne ritoccato, coprendo con due colpi di pennello il pallido seno raffigurato nel dipinto. La decisione, che all’epoca destò molto scalpore, venne assunta dallo staff presidenziale, preoccupato che le inquadrature dei tg nel corso delle conferenze stampa urtassero la suscettibilità di qualche telespettatore. E se oggi ironicamente si parla di ‘mutande’ alle statue del Campidoglio, all’epoca si parlò di ‘reggiseno’ per il Tiepolo. Ma di acqua sotto i ponti ne è passato, e tempus edax rerum. (AdnKronos)
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