Prima presidente donna del Consiglio Nazionale delle Ricerche :MARIA CHIARA CARROZZA, nominata dal ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa

Maria Chiara Carrozza è presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e che sarà in carica per i prossimi quattro anni. E’ la prima presidente donna nella storia del principale ente di ricerca italiano. E’ stata nominata dal ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, con il decreto firmato oggi, 12 aprile 2021. Con la nomina del presidente, il Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) “torna a essere nel pieno delle sue funzioni organizzative e gestionali, oltre che scientifiche”rileva in una nota il ministro Maria Cristina Messa. “Voglio augurare buon lavoro al neopresidente e ringrazio il Presidente Massimo Inguscio per il grande lavoro svolto in questi anni”, ha detto ancora Messa.
Per il ministro il ruolo che il Cnr sarà chiamato a svolgere nei prossimi anni sarà strategico per la crescita di tutto il Paese e per la competitività internazionale: dovrà essere un vero motore, in modo trasversale su tante tematiche e settori, per valorizzare e fare emergere le tante potenzialità che esistono nel sistema della ricerca italiana. “Confido sull’aiuto e sulla collaborazione di tutte le ricercatrici e ricercatori dell’ente, sulle loro preziose indiscusse competenze e sul loro entusiasmo”, ha detto ancora Carrozza. “Insieme dobbiamo riportare al centro dell’attenzione sociale, economica e politica la ricerca, unico volano per la ricostruzione del Paese e il futuro dei giovani”

La ‘donna della robotica’. Un’esperienza nella gestione della ricerca a livello nazionale e internazionale, compreso il suo ruolo di ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel 2013, e una solida esperienza nel settore delle tecnologie più avanzate maturata presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che nel 2017 l’ha portata nella rosa internazionale delle 25 donne della robotica: con questo bagaglio Maria Chiara Carrozza, 56 anni, si prepara ad assumere la presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), prima donna nella storia del principale ente di ricerca italiano a rivestire questo ruolo. Nata a Pisa il 16 settembre 1965, Carrozza si è laureata in Fisica nell’Università della sua città e poi ha conseguito il dottorato in Ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna. Dove oggi è professore ordinario di Bioingegneria Industriale. Dirige e conduce ricerche nei settori della Biorobotica, della Biomeccatronica e della neuro-ingegneria della riabilitazione di cui è uno dei principali esponenti.
Ha ricoperto incarichi scientifici e gestionali di livello nazionale e internazionale. È stata anche la più giovane rettrice italiana, sempre presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Autrice di numerose pubblicazioni e brevetti, responsabile di progetti europei, cofondatrice di spin off accademici, presidente di società scientifiche e di panel di esperti. Ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina.  E’ inoltre componente del Consiglio di Amministrazione di Piaggio SpA e direttore scientifico dell’IRCSS Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus.

 Quella di Maria Chiara Carrozza alla presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è un’ottima notizia per la rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Sabina Nuti, ed è anche l’occasione per affermare l’importanza della ricerca, e del ruolo che in essa svolgono le donne, come volano per il futuro. “Sono particolarmente felice per la nomina di Maria Chiara Carrozza come nuovo presidente del Cnr. Con questa scelta compiuta dalla ministra Cristina Messa si sottolinea il ruolo della ricerca scientifica e delle donne per il futuro del nostro Paese”, rileva Nuti.
“Maria Chiara Carrozza, già rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna e nostra docente di bioingegneria, ha tutte le competenze necessarie e la passione – prosegue Nuti – per dare un nuovo impulso alla ricerca scientifica del nostro Paese e per guidare il più grande e importante ente di ricerca pubblico italiano”. Per Nuti “mai come in questo momento la ricerca scientifica deve tornare ad assumere un ruolo centrale quale asset fondamentale su cui investire per superare la fase di emergenza che l’Italia e il mondo vivono da oltre anno”.

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