Le primarie dei democratici americani per la scelta del candidato da opporre a Donald Trump nelle elezioni presidenziali di novembre sono iniziate con flop tecnico proprio nello Iowa, lo stato considerato il “termometro” dal quale può venire l’indicazione di ciò che potrà accadere su scala nazionale. La macchina organizzativa è andata in tilt e, a molte ore ormai dalla chiusura delle urne, non si conosce ancora il risultato finale, cioè quale dei candidati in competizione ha ottenuto la maggioranza dei voti perché c’è stato un pasticcio nei conteggi.
Per ora Bernie Sanders canta vittoria, ma il suo entusiasmo riguarda ancora soltanto un terzo dei votanti e il suo vantaggio sugli altri candidati è modesto: il 29,66% contro il 24,59% di Pete Buttigieg; terza in graduatoria la senatrice Elizabeth Warren col 21,24%, Joe Biden è quarto col 12,37%, mentre la senatrice Amy Klobuchar è al 11%. Sotto l’1% gli altri candidati.«Crisi di nervi nel partito democratico. Non riescono a gestire i caucus e vogliono governare. No grazie», gioisce su Twitter Brad Parscale, il manager della campagna di Donald Trump. Il quale intanto esulta per la sua scontata “grande vittoria” nelle primarie repubblicane, sempre in Iowa, contro due “comparse”: l’ex membro del Congresso Joe Walsh e l’ex governatore del Massachusetts Bill Weld.
“L’integrità dei risultati è di primaria importanza. Ci sono stati dei ritardi per controlli sulla qualità”, è stata la prima spiegazione del partito democratico, che poco prima della mezzanotte ha ammesso di avere a disposizione solo il 25% dei dati. Le campagne dei candidati sono state subito informate, ma questo non è bastato a fugare dubbi e preoccupazioni. Quella di Joe Biden ha scritto una lettera pretendendo spiegazioni. Che alla fine sono arrivate con un comunicato ufficiale. «Abbiamo trovato incongruenze nel riportare tre serie di dati», ha spiegato il partito, che ha cambiato le regole proprio per evitare le contestazioni del 2016 di Bernie Sanders e ha deciso per la prima volta di comunicare i dati del primo e del secondo voto, nonché quello dei delegati conquistati. Ma dietro le quinte si raccontano scene di caos totale, di presidenti di seggio che non riuscivano a parlare con la centrale, linee occupate, telefono riattaccati.
Alla fine pare si sia deciso di procedere con un conteggio manuale che richiede molte ore e lascerà un segno negativo su questi caucus.
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