Nelle primarie del Wisconsin vincono con oltre il 50% Ted Cruz e Bernie Sanders, gli inseguitori dei due frontrunner. Con oltre il 50% dei voti scrutinati, il senatore repubblicano trionfa con quasi 20 punti di vantaggio in un altro grande Stato, dopo il suo Texas, accreditandosi come l’unico in grado di fermare Trump e ridisegnando i contorni della gara nelle fila del Grand Old party. L’establishment del partito fa quadrato su di lui pur di fermare il tycoon, come ha accusato lo stesso Trump. ”Una vittoria incredibile, un momento di svolta, ora abbiamo veramente una scelta”, ha commentato il senatore ultra conservatore davanti ai suoi fan in tripudio, prima di essere abbracciato da quella che lui ha già definito la prossima first lady.
Per il magnate, attestato qualche punto sotto il 40%, si tratta invece di una preoccupante battuta d’arresto che interrompe il suo ”momentum” e frena la sua corsa verso la Casa Bianca, complicando la conquista della maggioranza dei delegati e rendendo piu’ probabile il raro scenario di una convention ”aperta” o ”contesa”, dove potrebbe essere eletto anche un outsider. A rubargli voti e delegati anche il governatore dell’Ohio, che resta in corsa e che in Wisconsin ha drenato il 15% circa delle preferenze.
Una scivolata che arriva alla fine della sua ”peggiore settimana elettorale”, con cali nei sondaggi nazionali, prime sedie vuote ai comizi e una serie di gaffe che l’hanno indotto a far scendere in campo la moglie Melania per recuperare almeno l’elettorato femminile. Non gli è servito neppure rilanciare in modo ancora più controverso la sua proposta di un muro anti immigrazione da far pagare al Messico, con la minaccia altrimenti di rivalersi sulle rimesse degli immigrati messicani in Usa. Il Messico ha reagito inviando a Washington un nuovo ambasciatore piu’ esperto per mostrare i muscoli della diplomazia di fronte alla crescente ostilita’ di Trump.
Nel fronte democratico, Sander coglie un successo importante proseguendo la striscia di vittorie, la sesta consecutiva. ‘Wisconsin, oggi hai mandato un messaggio forte: quando stiamo insieme non c’e’ niente che non possiamo raggiungere”, ha commentato il senatore ‘socialista’, definendo la vittoria ”un segno del crescente momentum della nostra campagna”. Dalla sua l’affluenza record intorno al 40%, l’alta percentuale di indipendenti, la composizione demografica e sociale dell’elettorato (in maggioranza bianchi, working e middle class). Con oltre il 50% dei voti scrutinati, il distacco è netto, oltre 10 punti (55% a 44%), anche se non tale da fargli guadagnare molto nel conteggio dei delegati, 86 assegnati in modo proporzionale. Ma è abbastanza per proseguire con entusiasmo la corsa e guardare con ottimismo ad una sfida cruciale, quella di New York il 19 aprile. Hillary, che si è congratulata con lui, lo attende già lì: stasera, fiutando forse la sconfitta, non era in Wisconsin ma nella Grande Mela a raccogliere fondi elettorali. In questo Sanders continua a batterla da tre mesi.
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