Una vicenda sanitaria che ha dell’incredibile – e sarebbe allucinante se l’inchiesta appurasse che sta proprio nei termini in cui viene raccontata – sarebbe emersa dalle indagini che la Procura di Milano ha condotto sull’operato di un ortopedico di chiara fama: il primario di Ortopedia dell’ospedale Pini, Norberto Confalonieri, che ora si trova agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta. Addirittura si ipotizza che abbia rotto di proposito il femore a una anziana paziente a scopo sperimentale in vista di altro intervento a pagamento da fare qualche giorno dopo.
“Eh l’ho rotto (…) gli ho fatto la via d’accesso bikini (…) per allenarmi (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no!“. Così, intercettato, Confalonieri parlava di aver “provocato la rottura di un femore ad una paziente 78enne, operata” nel pubblico, come si legge nell’ ordinanza, “a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini'” in vista di un “intervento privato”. Tra l’altro, sempre dall’ordinanza emerge che quella rottura del femore che avrebbe provocato Confalonieri non sarebbe l’unica.
Nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Teresa De Pascale, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, viene riportata una telefonata intercettata del 22 marzo 2016 nella quale il medico parla appunto di aver rotto il femore di un’anziana durante un intervento in regime pubblico al Pini. Tale Mariagrazia Colombo, che parla con Confalonieri, gli chiede: “Come è andato il femore?”. E lui: “Eh l’ho rotto (…) l’ho lasciato lì così perché … gli ho fatto la via d’accesso bikini (…) per allenarmi no (…) per allenarmi su quella lì … quella lì che devo fare privatamente (…) quella lì che devo fare (…) il 30 (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi no (…) gli ho cacciato dentro sta protesi e ho visto che era rotto”. Tra l’altro, sempre dall’ordinanza emerge che quella rottura del femore che avrebbe provocato Confalonieri non sarebbe l’unica. In una telefonata intercettata del 12 aprile 2016, infatti, il primario dice in relazione ad un’altra paziente: “Poi ho deciso quella lì… che ho rotto il femore la ricovero al Cto (ossia al Pini, ndr) e poi la opero (…) con la mutua”. Paziente che sarebbe stata da lui prima operata privatamente con la rottura del femore anche in questo caso.
“Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile”. Così Confalonieri, nell’intercettazione, risulta che facesse una “battuta” seguita “da una risata” sulle condizioni di salute di una donna da lui operata. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Il 18 aprile del 2016, infatti, il medico contattava un coordinatore infermieristico del Pini per “richiedere un posto letto” per la paziente “da lui operata privatamente” il 30 marzo. E diceva: “Ho bisogno di un posto letto per domani (…) se riesci a farlo perché ho rotto un femore a una paziente della San Camillo (casa di cura privata, ndr) e devo rifarlo (…) se riesci a farmi anche una stanza singola”. E in un’altra telefonata diceva ancora: “Se va in mano ad un altro collega sono finito”.
Bisogna “procedere al sequestro delle 62 cartelle cliniche” dei pazienti operati da Norberto Confalonieri, “per verificare se sono state impiantate protesi senza alcuna necessità clinica e la gravità delle lesioni cagionate”. Lo scrive il gip Teresa De Pascale nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per episodi di corruzione e turbativa d’asta, ma non la misura in carcere come avevano chiesto i pm anche per tre casi di lesioni su pazienti. A detta del gip, gli inquirenti devono indagare ancora su quei casi e anche su molti altri interventi, tanto che nel provvedimento il giudice riporta altre intercettazioni shock su un’altra decina di operazioni effettuate da Confalonieri. In una telefonata del 29 ottobre del 2015, ad esempio, il medico diceva: “Ho rivisto una … revisione di protesi d’anca … puttana Eva si era staccata … è un vecchietto di 91 anni”. E ancora: “Ho finito adesso di fare un disastro di revisione d’anca che l’avevo cementato … mi è saltato tutto il cemento”.
Confalonieri avrebbe stretto un “accordo occulto” con i “referenti commerciali” di una multinazionale per favorire l’acquisto delle protesi fornite dalla società all’ospedale ricevendo in cambio, tra le altre cose, anche la “pubblicità connessa alla sponsorizzazione” da parte dell’azienda del “servizio di approfondimento sulla chirurgia mini invasiva e computer assistita” andato in onda su Rai 2 il 16 novembre 2015 nella rubrica ‘Medicina 33‘.
Lo scrive sempre il gip di Milano Teresa De Pascale nell’ordinanza nella quale indica come “utilità” per il medico anche queste “apparizioni televisive (foto) su reti nazionali con significativi ritorni d’immagine ed economici” per lui. Anche nei suoi rapporti con altra multinazionale il primario avrebbe ricevuto poi “bonifici”, ma anche il pagamento di cene “per 30 invitati” e “due cravatte Marinella per due invitati”.
Come si è detto la Procura di Milano aveva chiesto il carcere per Norberto Confalonieri, anche per tre casi di lesioni su pazienti, ma il gip ha disposto gli arresti domiciliari, e solo per episodi di corruzione e turbativa d’asta, spiegando nell’ordinanza che “allo stato attuale delle indagini, non possono ritenersi sussistenti i gravi indizi di colpevolezza” sulle presunte lesioni e “appare necessario procedere ai conseguenti accertamenti di natura sostanziale sulla documentazione clinica, neppure acquisita in atti”. Così come emerge dalle intercettazioni, tuttavia, scrive ancora il gip, “il modus operandi di Confalonieri sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica”. Gli inquirenti stanno facendo accertamenti su eventuali danni fisici subiti da tre o quattro persone che sono state operate, soprattutto per protesi alle ginocchia, con la tecnica della “navigazione chirurgica computerizzata” nella casa di cura San Camillo, dove il medico operava in regime privato.
Commenta per primo