L’Ufficio Centrale Elettorale del Tribunale di Roma nella persona del presidente Francesco Oddi ha proclamato Virginia Raggi sindaco di Roma. Giovedì, con il passaggio di consegne dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, primo giorno a Palazzo Senatorio, dove è stata meno di tre anni come consigliere. L’amministrazione 5 Stelle conta di insediarsi con la giunta al completo. Quindi la prima sindaco donna della storia della Capitale, l’avvocato trentasettenne candidata dal Movimento 5 stelle, potrà iniziare la “rivoluzione” promessa: comincerà mettendo mano ai conti disastrosi del Comune – 13/16 miliardi di debito – con tagli agli sperperi, specie nelle aziende partecipate. “Cominceremo dagli sprechi, 1,2 miliardi l’anno”, ha detto al canale Euronews.
Intanto oggi ha mandato via twitter un saluto agli studenti impegnati negli esami maturità: “In bocca al lupo ai 35mila studenti romani. Anche Roma è alla sua #primaprova, di legalità. Ce la faremo entrambi!”. Poi, sempre su twitter, ha lanciato un altro messaggio: “Un’altra inchiesta sui campi rom, tra arresti e tangenti. Il mio grazie alla Procura e alle forze dell’ordine. Ora #voltiamopagina”.
Il primo impegno da sindaco per Virginia Raggi è stata la partecipazione alla celebrazione del Giubileo per le donne e gli uomini impegnati nelle istituzioni pubbliche. Alle 19 ha partecipato con la fascia tricolore nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense all’evento giubilare dedicato proprio agli amministratori pubblici. Insomma per lei un vero e proprio “battesimo” per il debutto ufficiale da prima cittadina della Capitale. Subito dopo, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano, partecipazione alla celebrazione eucaristica giubilare e al passaggio della Porta Santa.
Il primo atto amministrativo annunciato sarà quello dell’assessore al Bilancio, che si occuperà dell’audit – la verifica – sul debito di Roma. “Una cosa che non è mai stata fatta”, ha sottolineato Raggi. La precondizione per rinegoziarlo a tassi d’interesse più bassi e recuperare risorse per i servizi.
L’assessore responsabile dei conti dovrà con il sindaco iniziare a tagliare il miliardo e passa di sprechi individuati, il “tesoro” da usare per gli interventi più urgenti. Si metterà mano alle partecipate – i colossi Ama (rifiuti), Atac (trasporti) e Acea (acqua ed energia elettrica) in primis. Non sarà uno spoil system puro, si fa notare, nessun cambio della dirigenza sistematico. Si valuterà il lavoro fatto dai vertici – che stanno rimettendo il mandato -, stelle polari saranno il merito e il miglioramento dei servizi. Raggi ha promesso di eliminare consulenze e appalti esterni inutili o poco chiari. Su questi ultimi lavorerà di concerto con l’Autorità anticorruzione (Anac).
Il presidente Raffaele Cantone ha intanto smentito che sia stata aperta un’istruttoria sulla consulenza dell’avvocato Raggi con la Asl di Civitavecchia, tema che aveva incendiato la vigilia del voto. “Faremo una valutazione – ha detto Cantone – per capire se c’è uno spazio per un nostro intervento”. Intanto, nelle ‘pieghe’ del codice di comportamento redatto in vista delle amministrative romane, si legge che anche gli assessori saranno tenuti ad operare in sintonia “con le indicazioni date dallo staff”. E per tutti, in caso di inadempienze, il rischio è di multa, per danno di immagine al Movimento, di almeno 150 mila euro.
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