Protesta degli ambulanti romani contro l’applicazione della “direttiva europea Bolkestein” sulle licenze

Gli ambulanti sul Grande raccordo anulare di Roma per protestare contro lo stop alla proroga delle licenze

Gli ambulanti romani hanno bloccato il Grande Raccordo Anulare di Roma per protestare contro lo stop alla proroga delle licenze deciso dalla sindaca in applicazione della “Direttiva Bolkestein” fissa dall’Unione Europea (come riferiamo in coda a questa nota di cronaca). Il blocco – attuato da alcuni degli ambulanti che oggi hanno disertato i mercati all’aperto per uno sciopero – è avvenuto all’altezza di Ciampino, con le pattuglie dei vigili urbani che hanno cercato di agevolare la mobilità nelle vie limitrofe. “18 mila concessioni sono a rischio e 12 mila manifestano oggi con i furgoni”, hanno affermato i promotori. Inoltre un presidio dei manifestanti c’è stato  anche in piazza della Repubblica, nel centro della città.

Angelo Pavoncello vice presidente nazionale Ana Ugl, ha detto: «Abbiamo incontrato il prefetto e durante l’incontro ha chiamato il ministro Giorgetti per confermare che ci sarà una proroga legata alla pandemia per poter far lavorare tutti tranquillamente. Avremmo preferito che la legge venisse applicata, ma già se c’è una proroga saremo contenti. Dico alla sindaca Raggi che non siamo una minoranza, la categoria è compatta».

La sindaca Raggi ha replicato così attraverso Facebook: «Quanto sta accadendo oggi a Roma è inaccettabile. Una minoranza di ambulanti sta tenendo in ostaggio i cittadini bloccando il traffico sul grande raccordo anulare e in alcune piazze. Le vittime di questa prepotenza sono coloro che devono andare al lavoro o accompagnare i propri figli a scuola. Voglio essere chiara: non accettiamo ricatti da nessuno. Porteremo avanti il piano di riordino delle bancarelle nelle strade di Roma».

CHE COSA PREVEDE LA “DIRETTVA BOLKESTEIN”

La “direttiva sui servizi”,  meglio nota come direttiva Bolkestein, reca disposizioni miranti a regolamentare la libera circolazione dei servizi tra gli Stati membri e la libertà di stabilimento delle attività economiche di servizi e fu approvata nel 2006, quando la Commissione europea era guidata da Romano Prodi.

La direttiva, recepita definitivamente dall’ordinamento italiano con il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, si configura come una direttiva quadro che dispone norme di portata generale nonché princìpi operativi, riconoscendo ai singoli Stati membri la facoltà di stabilire le modalità nonché i tempi di applicazione degli stessi. In pratica  sancisce la parità di tutte le imprese e i professionisti europei nell’accesso ai mercati dell’Unione: un’impresa tedesca o francese non deve subire svantaggi se vuole operare in Italia soltanto perché ha la sede in un altro paese dell’Unione.

In realtà è una questione complicata, che oltre agli ambulanti, riguarda anche i gestori di stabilimenti balneari e altre categorie, e nel tempo ha causato diverse proteste. Infatti  la direttiva stabilisce anche che quasi tutte le concessioni pubbliche, cioè beni di proprietà statale, come le spiagge o di altri enti, come gli impianti sportivi comunali, i mercati coperti comunali  o i marciapiedi e le strade  occupati dagli ambulanti, possono essere concesse ai privati solo per quantità di tempo determinate,  al termine delle quali la concessione deve essere messa pubblicamente a gara.

Chi per decenni ha goduto di rinnovi quasi automatici è contrario alle gare perché teme di perdere il lavoro o i propri investimenti. Una delle disposizioni della direttiva stabilisce per esempio che le gare per affidare in gestione servizi pubblici debbano avere regole chiare e ricevere pubblicità internazionale.

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