Le nuove restrizioni che il Governo è stato costretto ad adottare di fronte al persistere della diffusione del coronavirus in Italia, come in altri paesi, stanno provocando nuove proteste delle categorie colpite nella loro attività e nei loro redditi, come, in particolare, i gestori di ristoranti e affini. Reazione comprensibile, ma, purtroppo, rischiosa. E di conseguenza soggetta a provvedimenti punitivi, come è accaduto a una decina di ristoratori di Verona, a Foggia, dove è stato organizzato un flashmob di una cinquantina di titolari di bar, ristoranti e pizzerie, a Milano, dove però lo storico Don Lisander, ha esibito solo le luci accese ma mantenendo la cucina chiusa (che ha promesso però di aprire domani); a Pesaro, dove l’irriducibile ristoratore Carriera annuncia il tutto esaurito (con distanziamento); e altre iniziative sparse nella penisola.
Difficile tuttavia che si raggiungano anche lontanamente i numeri di 20-30mila previsti “disobbedienze” preannunciate da uno dei leader dei “grembiuli ribelli”, il ristoratore di Firenze Momi El Hawi, titolare di 3 ristoranti e che ha già accumulato 8 multe. Anche perchè le maggiori organizzazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti hanno stigmatizzato la protesta, mettendo in guardia dai rischi dell’illegalità (anche ai fini della licenza) e ne hanno preso fortemente le distanze, annunciando per lunedì un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al quale presenteranno “un piano per la ripartenza“.
E’ stata sanzionata e chiusa dai Carabinieri ieri sera la ‘Nuova Locanda al Sole’ di Vo’ Euganeo, il bar frequentato dalla prima vittima italiana del Covid, Adriano Trevisan. La misura è scattata durante uno dei controlli sulla protesta degli esercenti contro i Dpcm, alla quale ha preso parte anche il locale padovano. Proprio la ‘Locanda al Sole’ era stata indicata come uno dei possibili luoghi focolaio del del virus a Vo’. Era li’ che Trevisan e l’amico Renato Turetta, anch’esso deceduto per Covid, si incontravano ogni sera per le loro partite a carte.
Chiusura per 5 giorni del ristorante “La Grande Bellezza” di Mombaroccio al termine della cena organizzata dal titolare Umberto Carriera nell’ambito dell’iniziativa #ioapro, in violazione delle norme anti covid. Il provvedimento del questore di Pesaro Urbino è stato notificato a Carriera da polizia e carabinieri (foto). I titolare, che aveva annunciato l’intenzione di riaprire anche domani, aveva consegnato il conto agli ultimi commensali alle 21:45, in modo da consentire loro di far ritorno nelle proprie abitazioni senza violare il coprifuoco. Ma i clienti (poco meno di 40) sono stati fermati dalle forze dell’ordine e identificati: saranno sanzionati.
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