Tragico balletto di cifre. I morti accertati e identificati in realtà non sono 27 ma 23. Nella giornata di mercoledi è arrivata la rettifica. Più di 50 i feriti. Questo al momento il bilancio del disastro ferroviario avvenuto martedi mattina in Puglia sul tratto a binario unico in aperta campagna tra Andria e Corato, dove due treni di linea delle Ferrovie Nord Barese si sono scontrati frontalmente. Le prime carrozze dei due treni si sono letteralmente accartocciate. Tra i viaggiatori che sono stati soccorsi tra mille difficoltà c’è anche un bambino di pochi anni portato in ospedale a bordo di un elicottero.
Primi indagati nell’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo sul terribile incidente ferroviario in Puglia. Si tratta dei capistazione di Andria e Corato, sospesi da Ferrotramviaria. La Procura di Trani ha accertato che si tratta di un errore umano: il treno partito da Andria che, dopo circa dieci minuti, si è scontrato con quello proveniente da Corato, non sarebbe dovuto partire. Le 23 vittime dello scontro sono state identificate.
I tre filoni d’indagine. Documenti e immagini sono stati acquisiti dalla Procura di Trani per far luce sul disastro ferroviario. La maggior parte degli atti è stata acquisita negli uffici della società privata Ferrotramviaria, che gestisce la linea ferroviaria. L’inchiesta, affidata a 5 magistrati, è stata divisa in tre filoni investigativi: uno sulla dinamica, uno su sicurezza e controlli e uno sull’appalto per il raddoppio dei binari e sui fondi europei stanziati.
L’errore umano. E’ ovvio che i primi accertamenti riguarderanno proprio le responsabilità dei capistazione V.P e A.P e gli eventuali loro collaboratori per accertare chi ha sbagliato nel dare il segnale di partenza. Senza dimenticare che la catena di controllo prevede un ruolo “attivo” anche per i capitreno a bordo dei convogli: uno dei due, Albino Di Nicolo, è però morto nello schianto; l’altro, Nicola Lorizzo, è ricoverato in ospedale.
Le immagini di videosorveglianza e le scatole nere. E’ questo il motivo per cui gli investigatori della Polfer, dopo aver recuperato nella serata di mercoledì le scatole nere, hanno proceduto a sequestrare una serie di documenti che serviranno proprio a chiarire i ruoli di ciascuno: i brogliacci di movimento dei treni, le immagini delle telecamere delle stazioni di Andria e Corato e del sistema di videosorveglianza installato su almeno uno dei due convogli, le conversazioni telefoniche tra i due capistazione, trascritte in un fonogramma.
Il treno da Andria non doveva partire. Dopo la partenza del treno da Andria non si sono registrate scene di disperazione o attività particolari: significa che nessuno dei due capistazione si è accorto di aver commesso un errore. Inoltre, il macchinista del treno proveniente da Andria non poteva far altro che partire: oltre all’ok del capostazione, aveva anche il segnale di via libera sulla linea. Gli investigatori, guidati dal procuratore facente funzioni Francesco Giannella, hanno inoltre verificato che erano due i treni delle Ferrovie del nord barese provenienti da Corato e diretti verso nord e che uno di questi viaggiava in ritardo: potrebbe essere stata questa la circostanza che avrebbe indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno. Un errore che nessuno nega.
Ferrotramviaria ammette: un treno di troppo, ma difende il sistema fonografico. Il direttore generale di Ferrotranviaria Massimo Nitti ha ammesso che “quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere”. Ma Nitti ha anche difeso il sistema di comunicazione e sicurezza basato su un fonogramma, il cosiddetto consenso telefonico: “E’ una delle modalità di esercizio che viene regolarmente utilizzata nelle ferrovie”.
Il ministro Delrio in Parlamento. “Non scaricare le responsabilità. In questo giorno di lutto non è il momento di scaricare la responsabilità sugli uni o sugli altri, ma di stringersi tutti insieme e trovare il modo di accelerare sui ritardi accumulati per dare dignità a quello che è un diritto di tutti i cittadini”, cioè di spostarsi in sicurezza sui treni. Così il ministro dei Trasporti Graziano Delrio nella sua informativa alla Camera sullo scontro tra treni in Puglia. “La sicurezza della tratta coinvolta dall’incidente è regolata tramite consenso telefonico che lascia interamente all’uomo la gestione ed è tra i sistemi meno evoluti e più a rischio di regolazione della circolazione ferroviaria”, ha detto ancora Delrio.
Il M5S attacca: “Governo ha responsabilità politica”. Il portavoce del M5S di Andria alla Camera Giuseppe D’Ambrosio accusa il ministro Delrio: “Il governo ha una responsabilità politica”. D’Ambrosio infatti aveva presentato un’interrogazione sul progetto di raddoppio dei binari della Andria-Corato e sulla situazione dei fondi e della cantierizzazione nel 2013. “Ma prima Lupi, e poi Delrio non hanno mai risposto”.
Tutte le vittime sono state identificate, i funerali sabato. I parenti hanno identificato tutte le 23 vittime del frontale avvenuto martedì mattina. L’ultimo ad essere riconosciuto è stato il 60enne Giovanni Porro, nato ad Andria. Giovedì saranno effettuate le autopsie. Mentre sabato probabilmente ci saranno i funerali.
Fiaccolata ad Andria e a Corato in ricordo delle vittime. Ad Andria e a Corato, fiaccolata in ricordo delle vittime dello scontro fra i due treni della tratta Bari Nord. Centinaia di persone hanno partecipato infatti alla manifestazione nelle strade del centro dei paesi pugliesi. Molti avevano in mano delle lanterne cinesi che hanno lasciato vibrare in cielo in memoria delle 23 persone decedute nel tragico incidente che ha causato anche 24 feriti. Su Twitter è boom di post con l’hashtag #prayforPuglia.
Mobilitazione generale. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, si è attivato e ha chiamato la società delle Ferrovie dello Stato per chiedere di mettersi a disposizione e dare tutto il supporto alle società coinvolte (che non sono del gruppo Fs) e alle indagini. Si sono mossi anche l’elisoccorso della Protezione civile e quello dei vigili del fuoco.
I primi rilievi aerei effettuati dai vigili del fuoco danno l’idea della violenza dello scontro, avvenuto quando i due convogli viaggiavano a oltre cento chilometri l’ora: al centro si vede quello che rimane dei vagoni più direttamente coinvolti, praticamente soltanto pezzi di lamiera incastrati gli uni negli altri. Uno dei treni ha soltanto due vagoni rimasti pressoché intatti; l’altro soltanto l’ultimo, quello di coda.
Assieme alla polizia giudiziaria e alla Polfer sono intervenuti rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e trasporti, che controlla anche le Ferrovie in concessione. Si tratta di due treni regionali che viaggiano di solito con molte persone a bordo. Due treni di pendolari.
Sul posto si è recato ieri sera il capo del governo, Renzi, che già in mattinata, appena appresa la tragica notizia, aveva lasciato una manifestazione a Milano e si era spostato a Palazzo Chigi per seguire i soccorsi e le indagini, oltre ad aver detto le frasi di circostanza (cordoglio alle famiglie delle vittime e assicurazione che “non ci fermeremo finché non sarà fatta chiarezza”).
“E’ un disastro come se fosse caduto un aereo”, sua scritto su Facebook il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli.
Sul posto sono intervenute tre squadre dei vigili del fuoco provenienti da Bari, Barletta e Corato, numerose ambulanze del 118, carabinieri, polizia municipale di Andria e gli agenti della polizia ferroviaria del Compartimento di Puglia e Basilicata. Il centro trasfusionale di Andria sta effettuando una raccolta straordinaria di sangue all’ospedale di Andria: servono donatori del gruppo zero positivo.
Il centro di accoglienza. La Protezione civile della provincia Barletta-Andria-Trani (Bat) rende noto che presso il palazzetto dello sport in viale Germania ad Andria è allestito un centro di accoglienza per parenti delle vittime e un centro di informazione per il ricongiungimento familiare dei passeggeri. I numeri presso cui è possibile contattare i responsabili della struttura sono i seguenti: 331.171.31.03 – 0883.299.750 – 0883.299.416 e 0883.299.411.
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