PUNTI DI VISTA/ I 5 errori di Di Maio (ma il quinto potrebbe non esserlo)

di SERGIO SIMEONE – Luigi Di Maio sta per entrare nel Guiness dei primati. E’ stato capace di commettere con una sola frase  ben 5 errori: uno contabile, uno giuridico, uno politico, uno di politica finanziaria ed uno lessicale. Ma che cosa ha detto il leader dei 5 stelle? Indignato per la mancata collaborazione dell’Europa sul caso Diciotti ha dichiarato che per ritorsione L’Italia non pagherà il contributo di 20 miliardi al bilancio europeo e sta pensando di porre il veto sul    prossimo bilancio. Ha poi precisato che, però, se l’ Europa dovesse mutare atteggiamento e venisse incontro alle esigenze del nostro Paese, potrebbe esserci un ravvedimento.

E vediamo gli errori.

1. Errore contabile: i miliardi che l’Italia dà all’UE non sono 20 , ma, come gli ha ricordato il commissario al bilancio Oettinger, solo 3 perché la maggior  parte dei soldi che l’ Italia versa(e che, tra l’altro,  sono molto meno di 20) le vengono ridati sotto forma di finanziamenti ai progetti europei.

2. Errore giuridico: Di Maio fa evidentemente confusione tra governo e Stato. L’impegno a contribuire al bilancio UE nasce da un trattato tra Stati e non può essere cancellato unilateralmente da un governo, se non dopo che il trattato stesso sia stato denunciato , con la necessaria procedura e con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.

3. Errore politico: siamo alla vigilia del varo del DEF. Di Maio pensa forse, con le sue minacce, di poter ricattare l’Europa ed ottenere cos più facilmente un lasciapassare per gli sforamenti di deficit e debito pubblico chelui ed il suo alleato stanno preparando? Gli ricordiamo che già Renzi ha fatto un simile tentativo, con i risultati che tutti conosciamo. Nel caso del governo giallo-verde, poi, ad irritare ancora di più i nostri partner questa volta  c’è il manifesto feeling tra Salvini ed il gruppo di Visegrad( sottolineato, se qualcuno si fosse distratto, dall’annunciato incontro del nostro Ministro con Orban a Milano)

4. Errore di politica finanziaria: Di Maio, ben coadiuvato da Conte e Salvini, con queste sparate estemporanee sta dando una plateale prova di scarsa affidabilità dell’Italia mentre i capitali stranieri vengono ritirati dal nostro Paese, lo spread si impenna sempre di più e le agenzie di rating ci stanno osservando  per assegnare la loro classifica alla nostra economia.

5. Errore lessicale: Di Maio parla di un possibile ravvedimento del governo del nostro Paese circa le misure di boicottaggio della Unione Europea, se questa si dimostrasse più generosa con l’Italia. Ma ravvedimento è il termine che si adopera per designare il comportamento di chi sbaglia e vuole riportarsi sulla retta strada. Di Maio pensa allora che sta sbagliando?… A pensarci bene questo errore forse va  sottolineato con la matita rossa e non con quella blu: deve essersi trattato di un lapsus freudiano.

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