di PAOLO OROFINO – Le dichiarazioni a favore dell’Italia di Angela Merkel («l’Italia è stata lasciata sola sul fenomeno migranti») e del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici («bisogna rispettare le democrazie, scelte non dai mercati») subito dopo la formazione del governo giallo-verde, provano implicitamente, ma abbastanza chiaramente, come la Germania e l’Ue abbiamo apprezzato il ruolo svolto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella gestione della delicatissima fase politica, in cui si è ritrovato il nostro Paese dopo le elezioni del 4 marzo. Ad un certo punto sia la Merkel, che il commissario Moscovici avevano davvero temuto il peggio, sia quando Lega e 5 stelle hanno proposto Paolo Savona, il professore “anti-euro” al ministero dell’Economia, sia quando, dopo il veto di Mattarella su Savona, sembrava inevitabile il ricorso a nuove elezioni, con sondaggi che davano il fronte contro l’Eurozona in ascesa. Poi, all’ultimo minuto, l’accordo fra Mattarella ed il duo Salvini-Di Maio e così la cancelliera tedesca e il commissario Ue hanno tirato un sospiro di sollievo e su quel soffio, dopo il pericolo scampato, hanno viaggiato le parole di conciliazione verso l’Italia. Mattarella, dopo il pareggio che è riuscito ad agguantare in zona Cesarini e il rischio che si è preso sulle spalle frenando Salvini (apparentemente il vero vincitore del 4 marzo), riteniamo abbia potuto permettersi il lusso di alzare la cornetta e chiamare Berlino dicendo alla Merkel: «Adesso aiutami tu»…
Paolo Orofino
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