PUNTI DI VISTA/ Interrogativi sull’iniziativa della madre del ragazzo-padre

di GIOVANNI PEREZ – Saranno i miei anni di giornalismo a rendermi malfidente per principio nei confronti di certe notizie, ma la vicenda di Prato della insegnante madre di un bimbo avuto da un alunno quattordicenne rischia di assumere il sapore di una (magari inconsapevole) strumentalizzazione da parte della madre del ragazzo-padre.

A che cosa mirava sollevando un polverone mediatico? A spingerla è stato forse il desiderio di essere ufficialmente lei a venire riconosciuta ufficialmente come nonna? O è stata forse il calcolo di quanto avrebbe potuto ricavare  in notorietà  grazie a certi media a caccia di scoop?

Qualunque sia il motivo, una cosa sembra certa: aver sollevato a livello nazionale lo scandalo non ha giovato a suo figlio-padre e ancora meno al neonato, destinato per tutta la vita a dover sopportare l’onta di una nascita anomala, per non dimenticare il marito della professoressa che si era sacrificato dichiarando che il bimbo era suo, nonostante sapesse che la verità era un’altra, mettendo così fine alla vicenda. Una mossa umanitaria che gli si è ritorta contro per volontà della madre del ragazzo, che forse non ha valutato le conseguenze che avrebbero coinvolto anche suo figlio.

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