di SERGIO SIMEONE* – Non si può dire che Giorgia Meloni non abbia mandato chiari segnali per far capire che dopo il 25 settembre l’Italia è governata da un governo di destra: attacco al reddito di cittadinanza senza offrire soluzioni alternative a quella parte della popolazione che è letteralmente alla fame, tentativo di tornare a chiudere i porti alle navi delle ONG che raccolgono i migranti che fanno naufragio, ampliamento dell’uso del contante ed abolizione dell’obbligo del POS per i commercianti per pagamenti fino a 60 euro, ampliamento della flat tax per le partite IVA,misure contro i rave party estensibili ad altre manifestazioni pubbliche del pensiero, permesso di rientro negli ospedali al personale sanitario non vaccinato.
Ma il duo Calenda-Renzi, anziché scegliere di fare una ferma opposizione a questo governo hanno invece chiesto ed ottenuto di avere un incontro con la premier per fare delle proposte che migliorino la legge di bilancio che sta per essere discussa in Parlamento. La giustificazione di Calenda a questo strano comportamento è che il gruppo di Azione intende fare una opposizione costruttiva per il bene del Paese. Si tratta di una bugia, naturalmente. L’opposizione costruttiva si fa pubblicamente ed alla luce del sole in Parlamento. Quando si va invece a confabulare nel chiuso di una stanza con il capo del governo, non di opposizione costruttiva si tratta, ma di collaborazionismo.
Ma allora qual è il vero scopo dell’iniziativa calendiana? Probabilmente il leader di Azione – che il 25 settembre ha avuto un risultato deludente rispetto alle sue aspettative e perciò non è stato messo in grado di fare (come sognava) da ago della bilancia – cerca ora di distinguersi dalle altre opposizioni accreditandosi come forza politica più capace di Forza Italia (mal guidata da un Berlusconi in declino ) di rappresentare i moderati, tanto da poter interloquire a loro nome con la Meloni dandole utili consigli. Questa postura gli permetterebbe di drenare parlamentari dalla compagine del vecchio leader fino a permettergli di diventare sostegno determinante all’attuale maggioranza di governo. Non a caso come presidente di Azione è stata messa la Carfagna, che dovrebbe fungere da specchietto per le allodole per gli auspicati transfughi forzaitalioti.
Per il momento c’è da registrare non tanto la reazione fortemente critica (scontata) di Letta, ma la irrisione degli ambienti di destra. Mentre la Meloni, infatti, diplomaticamente dice di aver preso nota dei suggerimenti di Calenda (come dice a tutti) Sallusti scrive testualmente su Libero: “Calenda e Renzi sono simili al Gatto e alla Volpe della favola di Pinocchio e cioè due imbroglioni che campano di inganni fingendosi il primo cieco ed il secondo zoppo”. E più avanti rincara: “ Nella loro carriera Renzi e Calenda hanno tradito qualsiasi accordo, alleanza ed amicizia….Ora la domanda è: il Gatto e la Volpe vogliono scalare la sinistra o la destra? Mi correggo, la domanda è stupida: destra o sinistra purché se magna è infatti il loro motto.”
Ma Calenda è uomo tenace. Siamo certi che non si farà spaventare da questi fuochi di sbarramento e continuerà a tessere la sua tela (saltellando da un partito all’altro).
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