di VALDO SPINI* – Condivido le osservazioni di Nuccio Fava in “Qurinalkaos” **. In questo momento siamo nel mezzo di una pandemia veramente pericolosa, per di più abbiamo un Parlamento eletto quattro anni fa in una situazione politica, ma forse anche etica, del tutto diversa da quella che stiamo vivendo, e siamo di fronte alla mancanza di una maggioranza politica. Non a caso c’è un governo di salvezza nazionale.
Quindi sarà veramente un nodo non facile da sciogliere quello cui sono chiamati i 1009 grandi elettori che si riuniranno il 24
gennaio per eleggere il presidente della Repubblica. Da qui l’idea del libro, “Sul colle più alto” (Solferino editore), che ho appena pubblicato perché l’analisi delle passate vicende delle elezioni dei Presidenti della Repubblica non dico che possa essere di insegnamento, ma possa comunque servire perlomeno a evitare errori od omissioni che si sono verificati in passato.
Quello che oggi dobbiamo chiedere alle forze politiche è di risolvere un sistema simultaneo di equazioni a due incognite: quella del Quirinale e quella del governo.
Simul stabunt aut simul cadent …Fuori della soluzione a queste due equazioni si può assistere ad una pericolosa crisi politica con rovinose conseguenze sul piano europeo e internazionale.
*VALDO SPINI, docente di Storia delle Relazioni economiche internazionali alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, è stato vicesegretario e deputato del Partito Socialista, sottosegretario al Ministero dell’Interno
**L’articolo di Nuccio Fava pubblicato tre giorni fa nella rubrica “ORA DI PUNTA”
QUIRINALKAOS
di NUCCIO FAVA* – Difficile non dirsi smarriti dianzi al modo in cui procedono, ancora in questa fase, le forze politiche del nostro paese, specie riguardo al problema, certo non secondario, dell’elezione del successore di Mattarella. Le uniche proposte in campo, abbastanza precarie, sono l’autocandidatura di Berlusconi, sempre abile e determinato, ma che, nonostante l’enorme potere non solo mediatico di cui dispone, difficilmente potrebbe raggiungere il quorum richiesto.
Altro dato consolidato è la decisione da parte del Presidente Mattarella di uscire dal Quirinale, ribadita in ogni modo ed in infinite occasioni. Stimato e apprezzato dalla massima e amplissima parte di cittadini, forse anche per questa sua decisione di distacco dal potere e di tornare a fare il nonno a tempo pieno dopo aver svolto con saggezza ed equilibrio il suo servizio al paese.
In questi ultimi giorni, anche non pochi commentatori hanno riproposto la questione del ruolo di Mario Draghi e la singolare possibile alternativa: Draghi ancora a Palazzo Chigi o al Quirinale? Interrogativo ripetuto spesso come un ritornello – più o meno strumentale o per inettitudine politica – da notisti e uomini politici abili o burloni. Facendone quasi un atto di accusa al Presidente del Consiglio in carica, il quale non sceglierebbe certo il suo ruolo futuro con un atteggiamento ambiguo e tattico.
Francamente mi pare sbagliata e inaccettabile una simile critica. Con levità e una qualche ironia, Draghi si è addirittura definito “un nonno al servizio delle istituzioni” che possono evidentemente essere Palazzo Chigi o il Colle. Sarebbe in ogni caso un alto servitore della Repubblica sia nell’uno che nell’altro ruolo. Ovviamente avendo ben presenti le differenze e le diversità di funzioni. Ma il vero problema che emerge inesorabile è se si vuole proseguire politicamente l’esperienza difficile e straordinaria con l’attuale maggioranza, quasi unanime intorno a Draghi, oppure aprire una crisi politica difficilissima e per nulla certa e sicura per fare un piacere a Berlusconi e un dispiacere enorme agli italiani e agli europei.
Può apparire brutale ma questa sarebbe la conseguenza e comunque di particolare gravità perché, mentre tutti a parole hanno dichiarato di essere a favore di maggioranze ampie per il Quirinale senza mettere in discussione il difficile equilibrio del governo Draghi, finiscono per sbaraccare tutto con motivazioni deboli e strumentali. Gli italiani di sicuro non apprezzerebbero e si rischierebbe una crisi politica forse tra le peggiori.
*Nuccio Fava, Presidente della Sezione Italiana Giornalisti europei, è stato direttore del Tg1 e del Tg3 , responsabile delle Tribune politiche Rai e coordinatore delle trasmissioni Rai sul Giubileo del 2000.
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