La elezione della tedesca Ursula von der Leyen – ex ministro della Difesa tedesca, membro della CDU, proposta da Angela Merkel – alla presidenza della Commissione Europea con i voti determinanti dei parlamentari Cinquestelle, e quella della francese Christine Lagarde alla guida della BCE, ha fatto registrare delle prese di posizione che inducono a una riflessione. Da una parte il sovranista premier ungherese Viktor Orbàn e dall’altra quello polacco Jarosław Kaczyński hanno abbandonato sia Matteo Salvini che Marine Le Pen.
Le cause e le motivazioni che hanno spinto i due leader sovranisti ad abbandonare il leader leghista sono dovute alla sua decisione di non votare la candidata tedesca mentre loro hanno fatto confluire i loro voti su Ursula Von del Leyen; l’altra causa è stata l’esplosione mediatica e giudiziartia del caso Russiagate con le accuse di presunti finanziamenti illeciti alla Lega o a suoi esponenti.
Questi due episodi non solo hanno isolato Salvini, ma hanno cancellato quel fronte sovranista che doveva cementare quell’alleanza che, secondo il leader leghista, doveva non solo ribaltare l’Europa ma proiettare il ‘sovranismo’ a livello internazionale.
A questo punto i voti ottenuti da Salvini alle elezioni di maggio (che hanno superato il 36%) finiscono in frigorifero perché in Europa lui è venuto a trovarsi isolato. La sua arroganza rischia ora di isolarlo nella posizione di «uomo solo». La stessa cosa che accadde a Renzi.
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