di SERGIO SIMEONE* – Ogni mattina sfoglio con piacere il “Quotidiano del sud”, poiché vi trovo gli editoriali del direttore Roberto Napoletano (già direttore del “Sole 24 ore), persona competente, documentata ed appassionata e gli articoli di tanti bravi giornalisti e collaboratori.
Mi capita, però, di buttare l’occhio anche su una rubrichetta di satira in prima pagina tenuta da Angelo Buttafuoco. Per lo più questa mi fa sorridere, ma solo per le corbellerie di stampo “reazionario” che mi tocca leggere, esposte con uno stile contorto e sfidando talvolta narcisisticamente anche le regole della sintassi.
Ma questa mattina il Buttafuoco ha superato abbondantemente il limite della decenza. Prima si è dichiarato d’accordo con l’intervento di Casini al Senato, critico verso l’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri per sottoporre a processo l’ex ministro Salvini perché secondo lui si metterebbe a rischio l’autonomia della politica. E fin qui nulla di male: non la condivido, ma si tratta di una opinione del tutto legittima. Poi però ci ha voluto mettere il carico da undici e, passando per una citazione di Churchill, ha paragonato il processo a Salvini al processo di Norimberga ai gerarchi nazisti, dove i vinti divennero imputati. Che cosa vorrebbe dire il Buttafuoco? Che il genocidio degli ebrei fu una scelta politica e perciò non sindacabile da parte della magistratura? Questo è davvero troppo!
Io capisco il desiderio del giornale di sfuggire ad un incasellamento in uno schieramento politico e di offrire al lettore una pluralità di opinioni. Ma ci sono pur sempre dei binari sui quali il pluralismo deve viaggiare. Altrimenti, anche un cultore della molteplicità di opinioni, come il sottoscritto, potrebbe essere indotto, sia pur con rammarico, a rinunciare all’acquisto di quel giornale.
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del Sindacato Scuola della Cgil
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