PUNTO DI VISTA/ Come il sovranismo vuole fermare la spinta riformatrice di Papa Francesco

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO  

Papa Francesco il 9 settembre scorso attaccava il sovranismo, affermando che “la xenofobia e l’aporofobia (la paura per la povertà) oggi sono parte di una mentalità populista che non lascia sovranità ai popoli. La xenofobia distrugge l’unità di un popolo, anche quella del popolo di Dio. E il popolo siamo tutti noi: quelli che sono nati in uno stesso Paese, non importa che abbiano radici lontane o che siano di  diverse e differenti etnie”. 

La sua visione progressista non solo la respingono ma la ritengono pericolosa. Il cardinale Raymond Leo Burke, vicino al presidente USA, è in prima linea – insieme ad una rete cattolica di estrema destra che opera in Europa, negli Usa e in America Latina –  per fermare e dire basta alla spinta riformatrice di Bergoglio. 

Ma un duro scontro è in atto sul Sinodo amazzonico. 

< Instrumentum laboris> è iniziato a Roma il 6 ottobre e si concluderà il 23, sono presenti vescovi e rappresentanti di paesi del Sud America e delle popolazioni indigene, di religiosi e di laici provenienti  da Brasile, Perù, Bolivia, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana e Suriname. A partire dall’Amazzonia, dalle sue complessità umane, ecologiche e politiche.

“L’Instrumentum laboris” si compone di tre parti: la prima, il vedere-ascoltare, è intitolata «La voce dell’Amazzonia» e ha lo scopo di presentare la realtà del territorio e dei suoi popoli. Nella seconda parte – «Ecologia integrale, il grido della terra e dei poveri» – si raccoglie la problematica ecologica e pastorale. Nella terza parte – «Chiesa profetica in Amazzonia: sfide e speranze» – la problematica ecclesiologica e pastorale. 

Ma a questo Sinodo sono giunte forti critiche dal cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha reso noto un documento in cui analizza alcuni punti chiave dell’Instrumentum Laboris, affermando che: «Nessun Papa, né la maggioranza dei vescovi, possono cambiare dogmi della fede o leggi del diritto divino secondo i propri piaceri. La tradizione della Chiesa non è un gioco che si può modellare a piacimento”. 

Il testo di questo Sinodo presenta un’inversione radicale nell’ermeneutica della teologia cattolica. Nella concezione classica, la relazione tra la Sacra Scrittura e la Tradizione apostolica, da una parte, e il Magistero della Chiesa, dall’altra, è stata determinata in modo tale che la Rivelazione è pienamente contenuta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, mentre è compito del Magistero, assieme al sensus Fidei di tutto il Popolo di Dio, quello di dare interpretazioni autentiche e infallibili.

 Il Papa con questo Sinodo ha chiamato la Chiesa a raccogliere la sfida di una globalizzazione dal volto umano, capace di entrare nel merito del messaggio lanciato con l’enciclica Laudato si’ nel 2015. Al centro del dibattito c’è il futuro stesso del pianeta, la tutela degli ecosistemi e la promozione di una ”ecologia integrale”; e di un vero ambientalismo.  Francesco con questo Sinodo vuole dare alla Chiesa una spinta riformatrice e progressista che si pone all’attenzione del mondo cattolico e non. E questo ha scatenato da parte dei conservatori e dei sovranisti un forte attacco alla spinta progressista e riformatrice che vuole Francesco. 

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