Francesca Mannocchi ha espresso sull’Espresso questo concetto, che condivido in pieno: “Lo straniero ci consegna domande ostiche: la vita di Te che mi tendi la mano ha lo stesso valore della mia? Lo straniero – non il migrante, il rifugiato, il richiedente asilo, il minore non accompagnato – lo straniero, semplicemente colui che è diverso da noi, perché proviene da un altro paese, ha una storia diversa dalla nostra e ci affida, con la sua presenza, con la sua richiesta di ospitalità, la responsabilità delle politiche della vita che affrontino gli effetti della disparità di trattamento e le configurazioni sociali che incorporano tali disuguaglianze”.
Ebbene, un esempio di disumanità è quello che ha subìto – dal ministro Salvini – Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, che è stato perseguitato ed esiliato peggio di un brigante con l’applicazione della legge sulla sicurezza, una legge in base alla quale chi aiuta sia in mare che a terra i migranti deve andare in galera. Una vera barbarie.
Riace è stato un modello di accoglienza e di umanità. Ma per qualcuno era inaccettabile che un paese della Calabria avesse attirato l’attenzione internazionale su due temi umanitari come quelli dell’accoglienza e della diseguaglianza, un simbolo di cambiamento che purtroppo hanno tentato di annientare e che ancora dimostra di essere vivo.
Il termine disuguaglianza identifica tutte le differenze dei livelli di benessere derivanti principalmente dalle disparità nel livello dei redditi, dei consumi, dell’assistenza sanitaria, nell’istruzione e nella speranza di vita, perché le vere armi di distruzione di massa restano la povertà, l’ingiustizia sociale e la corruzione.
A questo proposito è necessario, quindi, quando si parla di disuguaglianze, far riferimento sia a quella sociale sia a quella economica, vedendone le connessioni. Solo un’analisi di questo tipo consente infatti di dare ragione di un fenomeno sempre più complesso e articolato.
Sono molti gli autori che si sono occupati di questo tema: dai padri della sociologia (Durkheim, Weber) passando per le analisi di Karl Marx sul controllo dei mezzi di produzione e sulla conseguente divisione in classi sociali, fino a sociologi contemporanei quali Giddens, Beck e Bauman. Il fenomeno della disuguaglianza sociale sta assumendo nella società odierna una molteplicità di dimensioni tali che vano e inutile è rimasto l’ appello che don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del gruppo Abele, rivolse ai senatori durante la votazione in Senato del provvedimento che ora è legge dello Stato: «Fermatevi, la disumanità non può diventare legge».
Quello dell’immigrazione in Italia è un problema che non può essere accantonato, né dimenticato, perché le sue conseguenze sono di portata storica, con il rischio che l’Italia da Paese civile prenda la strada di quelli più disumani. Al nuovo governo bisogna chiedere che ad una politica nazionalista e sovranista dei porti chiusi, imposta finora dal leader della Lega, venga data una risposta impostata su una politica che riaffermi con forza il diritto alla vita in difesa dell’uguaglianza e dell’umanità.
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