di GIOVANNI PEREZ – Dopo aver tempestato per mesi i telegiornali italiani con le inchieste e le indiscrezioni sulle responsabilità e le presunte collusioni sugli sbarchi di migranti sulle coste italiane, improvvisamente sull’argomento è calato il silenzio. Per la Rai e per Mediaset tutti i problemi si sono forse miracolosamente risolti? A questo proposito sul Corriere della Sera di lunedì è apparsa una lunga corrispondenza nella quale si racconta che le motovedette fornite dall’Italia alla Libia sono delle barcarole che continuano a guastarsi e che sono come delle scatole di sardine: basta un colpo di fucile per forare le lamiere e mandarle a fondo.
Ministro Minniti, è vero o il giornalista ha raccontato balle nella sua corrispondenza? Da parte mia credo al collega, ma lei che ne pensa? Insomma, caro ministro, ci spieghi come intende combattere i trafficanti di esseri umani che sembrano i veri padroni del Mediterraneo. A cosa servono le nostre navi da guerra se le tenete vicino ai nostri porti invece di mandarle di scorta alle motovedette libiche minacciate da quei pirati?
Intanto nonostante il silenzio da parte delle televisioni, credo che tutti i problemi legati alle migrazioni siano, più che mai, sul tavolo. In particolare dall’Eritrea e dalla Nigeria continuano ad affluire in Libia masse di disperati che vengono caricati su fatiscenti imbarcazioni e mandati allo sbaraglio nel Mediterraneo. In ambedue i casi le popolazioni sono ridotte alla fame, ma mentre in Eritrea tra le concause vi sono le responsabilità di un regime dittatoriale che governa da oltre 20 anni, in Nigeria è il movimento Boko Aran di ispirazione Isis che semina il terrore tra l’indifferenza dell’Europa e degli Stati Uniti, buoni solo a lanciare bellicosi proclami, ma restii a intervenire.
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