Quel pasticciaccio della detassazione per le piattaforme petrolifere, delle tasse ai deputati siciliani e di “Riscossione Sicilia”

Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia (foto), intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus all’interno del format “Legge o Giustizia”, ha descritto una situazione  sconcertante sulla questione della detassazione per le piattaforme petrolifere e in genere su Riscossione Sicilia, in liquidazione dal 1 luglio. “Il provvedimento sulla detassazione delle piattaforme petrolifere avrebbe riguardato tutto il Paese – afferma Fiumefreddo –  Il governo aveva licenziato un emendamento alla Finanziaria con il quale si decideva la detassazione per tutte le piattaforme petrolifere in mare, addirittura autorizzandone anche di nuove di dimensioni enormi. Sarebbe stato un grande regalo ai petrolieri nel momento in cui l’emergenza è la tassazione a carico delle povere famiglie. La ratio di questo provvedimento era quello di continuare ad usare due pesi e due misure. Un atteggiamento incredibilmente beneficiario nei confronti di banche e multinazionali del petrolio ed un’altra condotta vessatoria nei confronti delle famiglie. Tra l’altro ho denunciato l’incostituzionalità del provvedimento, perché venivano abolito le tasse passate. Quindi chi aveva evaso non avrebbe dovuto più pagare. Ho impugnato, come amministratore della Riscossione Sicilia, questo provvedimento che avrebbe portato danni per centinaia di milioni di euro. Ho trovato nella ministra Anna Finocchiaro una grande apertura ed il Governo ha ritirato questo emendamento. Siccome la finanziaria è diventata spesso uno scambio di poste di bilancio, nessuno parla. C’è un silenzio totale. Non c’è stato un politico, siciliano o italiano, fatta eccezione della Finocchiaro, che abbia detto una parola su questa battaglia. Ci hanno provato ad inserire questo emendamento ma a qualcuno è andata male”.

Fiumefreddo è stato protagonista di un acceso scontro in commissione bilancio, con qualcuno che lo ha accusato anche di vessare i dipendenti di Riscossione Sicilia: “Avevo avviato una procedura di licenziamento nei confronti di un avvocato interno all’azienda, il quale in un anno aveva lavorato solo una pratica. La politica continua a tutelare questi fannulloni in maniera interessata. Ci sono sacche della burocrazia che si oppongono a tutto e che trovano tutela nella politica. Lo scorso anno i deputati, pur di far fuori me, fecero dimettere il Cda di Riscossione Sicilia facendomi quindi decadere. Poi il presidente Crocetta mi ha rinominato. Ora, che non c’è più il Cda, l’unico modo per farmi fuori è far sparire un’azienda che in passato ha avuto deficit incredibili. In due anni l’abbiamo portata in attivo, non chiede più soldi ma deve essere cancellata per far fuori Fiumefreddo, una cosa detta da Crocetta stesso. I capigruppo all’Ars hanno chiesto a Crocetta la mia testa per votare la finanziaria, un vero e proprio voto di scambio.  La nostra colpa è stata chiedere ai deputati di pagare le tasse, pignorando le loro indennità. Ora, grazie alla nostra azione, abbiamo solo tre deputati che non pagano.  In commissione bilancio, uno dei deputati ha detto che se non la finisco di attaccarli e di parlare di loro come di una casta non mi avrebbero dato neanche un lira. Un attacco personale mentre invece rappresento un ente che è di tutti. Le persone per bene nelle Istituzioni sono una minoranza e lo sono anche all’Ars. Come ha detto il presidente dell’ANAC Cantone, sembra che nelle istituzioni ci sia una selezione verso il peggio. In Sicilia trionfa questo “peggio”. C’è un’assemblea regionale dove siedono persone che hanno avuto indagini e condanne per fatti di mafia, con anni di reclusione a carico, eppure il presidente di quell’assemblea continua a definirla un’assemblea di persone per bene”.

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