Quella sentenza di Bologna sul femminicidio nato da…”tempesta emotiva”. Il presidente della Corte d’Appello la spiega così

Il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Gabriele Colonna – intervistato da Raffaella Calandra per Radio 24 sulla sentenza in appello per un femminicidio, con pena dimezzata (da 30 a 16 anni) proprio dalla Corte d’Appello bolognese con un richiamo alla “tempesta emotiva” dell’imputato – ha così spiegato la sorprendente decisione: “Rientrava in quegli stati emotivi e passionali, che non escludono la punibilità”; le attenuanti all’imputato sono state concesse soprattutto per “la sua confessione e la disponibilità a risarcire la figlia della vittima”. E aggiunge di “avere spesso l’impressione di giudizi assunti senza aver letto le sentenze. L’opinione pubblica è importante, ma un giudice deve decidere secondo coscienza e diritto. Non possiamo essere compulsati dall’opinione pubblica del momento. In questi ultimi tempi, alcuni casi di riduzione di pena hanno portato a reazioni scomposte”.

Il presidente della Corte d’Appello di Bologna considera poi “utile un dibattito sull’accesso al rito alternativo per reati di omicidio. E’ sintomatico che l’abbreviato sia usato soprattutto in casi di omicidi con prove schiaccianti, perché garantisce forte riduzione di pena. Ma eliminare l’abbreviato porterebbe ad un aggravio ulteriore sui tempi della Giustizia”.

Il timore del dottor Colonna è per il “prossimo appello che coinvolgesse situazioni di questo genere: potrebbe risentire di questo dibattito acceso – avverte – e questo non fa bene a nessuno”. Comunque, conclude: “Non c’è nessun rischio di tornare al delitto d’onore. La gelosia è stata in questo caso un’aggravante dei futili motivi, non un’attenuante”.

 

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