REDAZIONE – Massimo D’Alema rilancia,in una manifestazione svoltasi al teatro Farnese a Roma, i comitati per il “No” al referendum costituzionale per “demistificare la paccottiglia ideologica” della riforma costituzionale ed elettorale del governo, indicando Guido Calvi come presidente dei comitati del centrosinistra per il “No”.
E attacca il ritardo con viene fissata la data per lo svolgimento del referendum: il ministro Maria Elena Boschi ha parlato addirittura della fine di dicembre ricordando che “il referendum deve essere fissato a norma di legge entro il 13 ottobre, e a quel punto dal giorno in cui verrà fissato, decorrono tra i 50 e 70 giorni di tempo”. Esattamente in contrario di quanto aveva annunciato Renzi, che aveva parlato, prima dell’estate, del possibile svolgimento della consultazione referendaria all’inizio di ottobre.
“Trovo sgradevole che il governo non decida la data del referendum, perché dà la sensazione di una furbizia”, ha detto D’Alema ricordando che “era tutto pensato per un plebiscito personale in un’escalation referendum ed elezioni, ma la situazione è cambiata e non si ha più chiaro in mente che cosa si vuol fare”.
D’Alema ha definito definisce la riforma “un pastrocchio che spacca in due il Paese, che è vittima di un dibattito fasullo, non fondato su dati di fatto. Ma noi – ha sottolineato – non siamo qui per un’iniziativa che vuole dividere il Pd: a noi si sono rivolte molte persone non del Pd perché ci sono milioni di persone che hanno smesso di votare. Alle ultime amministrative, il Pd ha perso più di un milione di voti. C’è un partito senza popolo e un popolo senza partito, al quale non vogliamo dare un partito ma un’occasione d’impegno civile”.
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