La Rai aveva “oscurato” per due settimane Denis Verdini, l’ex esponente di Forza Italia passato armi e bagagli con Renzi e considerato coautore della riforma costituzionale firmata dal ministro Maria Elena Boschi e sottoposta al referendum confermativo del 4 dicembre. Cioè aveva registrato un dibattito sul referendum che Verdini ha avuto con Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ma poi, accampando vari pretesti, non l’aveva mai mandato in onda. Evidentemente qualcuno, per conto di Renzi – che ha impostato gli ultimi giorni della sua invasiva campagna elettorale sul refrain della “accozzaglia dei sostenitori del NO” perché appartenenti a schieramenti politici diversi e persino in conflitto tra loro – ritiene che l’associazione del SI all’accozzaglia (senza virgolette) del Pd con il manipolo di Verdini sia in stridente contrasto con quel suo nuovo refrain. E allora ha imposto lo stop all’apparizione di Verdini in tv per sostenere il SI.
Dopo che la vicenda è stata raccontata dalla stessa Meloni ad Alessandro Ferrucci del “Fatto quotidiano” in una lunga intervista pubblicata il 21 novembre, pare vi sia stato anche un intervento del senatore Gasparri (nella qualità di membro della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai), e finalmente il confronto Verdini-Meloni è stato mandato in onda poche ore più tardi. La vicenda era stata così ricostruita dalla Meloni. «Qualche settimana fa vengo contattata dal Tg2, mi chiedono la disponibilità per un confronto sul referendum da trasmettere alla fine del telegiornale: otto minuti di trasmissione, quaranta secondi a testa per ogni risposta, telecamera fissa. Ovviamente un esponente del Sì contro uno del No. Niente corpo a corpo, nessuna possibilità di interagire». La Meloni accetta con molto piacere. E l’incontro avviene. Ma.. non va in onda. Ovviamente la Meloni chiede quando ciò accadrà. “Nei prossimi giorni”, le rispondono. Ma non accade. E allora lei insiste. “Nei prossimi giorni”, le assicurano. Passano due settimane e le arriva una telefonata dalla redazione del Tg2. “Scusi, c’è stato un problema”. Quale? «Mi spiegano che hanno deciso di cambiare il palinsesto, che avevano troppi confronti registrati, e che hanno sorteggiato quale mandare in onda e quale cancellare definitivamente».
«Una situazione del genere non mi era mai capitata, e pensi: era l’unica volta di Fratelli d’Italia coinvolti nel dibattito tra Sì e No», commenta Giorgia Meloni, che ha ragione di aggiungere: «Neanche in Corea del Nord credo che accadono cose del genere».
L’operazione censura della Rai è coerente con il fatto che altri dibattiti, in altre circostanze, tra la Meloni ed esponenti del Pd sono stati annullati. La spiegazione, secondo la segretaria di “Fratelli d’Italia”, sta nel fatto che non vogliono confrontarsi con una quarantenne che dice No, preferiscono personaggi delle prima repubblica, o anche precedenti all’Unità d’Italia, per poter dimostrare che loro sono il nuovo, loro sono il futuro, e il No è il “vecchio”. «Anche la Boschi… L’ha mai vista in un dibattito televisivo contro una donna? Predilige gli uomini, e sempre di una certa età. Il discorso è sempre quello di prima», commenta Giorgia Meloni, che però ha annunciato di avere una registrazione del confronto televisivo con Verdini e di volerlo pubblicare. Inoltre aveva annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare sull’episodio. La minaccia evidentemente ha contribuito a far cambiare idea ai dirigenti Rai.
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