In Turchia, quando erano stati scrutinati il 99,96% dei voti, al referendum sul presidenzialismo voluto da Erdogan il ‘sì’ prevale appena con il 51,22%, secondo i dati diffusi da Anadolu, anche se ancora in corso il conteggio dei voti degli emigrati, in cui il ‘sì’ sarebbe in testa con quasi il 60%, quando è stata scrutinata circa metà delle schede. Dunque un paese spaccata a metà e con il presidente Erdogan non più dominatore incontrastato nelle simpatie dell’elettorato turco.
Inoltre il principale partito di opposizione in Turchia, il socialdemocratico Chp, ha reso noto che contesterà il 37% dei voti espressi.
Prima del voto per il terzo giorno consecutivo l’antiterrorismo ha compiuto retate in grande stile per arrestare presunti militanti dell’Isis sospettati di preparare “attacchi sensazionali” contro le urne. Proprio oggi, a Istanbul sono finite in manette 47 persone, tra cui 41 presunti foreign fighter, alcuni accusati anche di legami con l’attentatore uzbeko di Capodanno al nightclub ‘Reina’. La polizia ha arrestato almeno 8 persone ricercate quando si sono recate ai seggi a votare per il referendum costituzionale sul presidenzialismo. Secondo Anadolu, si tratta di 5 sospetti ricercati per legami con il Pkk curdo e altri 3 affiliati alla presunta rete golpista di Fethullah Galen. Gli arresti sono avvenuti nelle province di Adana, Malatya e Trebisonda.
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