Assistenza medica sul territorio garantita 16 ore su 24 e servizio notturno affidato al 118. E’ questa una delle novità previste dal documento integrativo dell’atto d’indirizzo per il rinnovo delle convenzioni con medici e pediatri di famiglia, licenziato dalla Commissione Salute delle Regioni. Obiettivo del documento, la “revisione e riorganizzazione dei processi assistenziali e di accesso alle prestazioni mediante il coordinamento dell’attività dei medici convenzionati e degli altri professionisti sanitari”.
L’atto di indirizzo, deliberato nel 2014, e ora integrato, si basa sulla revisione e riorganizzazione dell’assistenza e dell’accesso alle prestazioni mediante il coordinamento dell’attività dei medici convenzionati e degli altri professionisti sanitari. Prevede a questo scopo la creazione di Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), articolate su un bacino di utenza massima di 30mila abitanti ma “senza incrementi di costo”, con lo scopo di garantire continuità dell’assistenza e, in ultima analisi, alleggerire il carico degli ospedali.
Riuniranno medici di cure primarie, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali e forniranno assistenza dalle 8 alle 20 nei giorni feriali, più altre 4 ore fino alle 24, che saranno garantire dai medici definiti ”a rapporto orario’ , ovvero in un arco di 16 ore (inizialmente doveva essere sull’arco di tutte le 24 ore). L’emergenza-urgenza subentrerà per coprire gli altri orari.
«Dopo una lunga gestazione si è ora quindi più vicini al traguardo: questo significherà – spiega Massimo Cozza, segretario Fp Cgil Medici – la possibilità di riaprire finalmente dopo anni di blocco, le trattative tra Sisac e sindacati per il rinnovo degli accordi, che potranno ridefinire ruoli e funzioni dei medici convenzionati, anche per quanto riguarda gli aspetti economici».
Contrario, invece, il Sindacato Medici Italiani. Secondo il segretario Pina Onotri l’h16 è “un sistema mai sperimentato”, che «potrà produrre un uso improprio del 118 in ore notturne con intasamento del pronto soccorso, tagli alla guardia medica e perdita di posti di lavoro».
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