C’era da aspettarselo in vista della campagna referendaria e sta accadendo puntualmente. In giro per grandi aziende private da accarezzare o da sponsorizzare, come fa almeno un paio di volte alla settimana da quando è capo del governo e del Pd, Matteo Renzi si rituffa sul Ponte sullo Stretto, sparando la cifra di centomila posti di lavoro a portata di mano grazie a questa mega opera e spacciandola addirittura come arma per “rompere l’isolamento della Calabria” e per “avvicinare la Sicilia all’Italia”!
E quale sede ha scelto per il rilancio del Ponte? Naturalmente l’assemblea per i 110 anni della Impregilo, la società, appunto, a cui Berlusconi dieci anni fa aveva fatto avere la concessione della costruzione del Ponte, poi annullata dal governo Monti per evitare che le finanze italiane finissero, appunto, sotto un ponte, ma anche perché quella è un’area ad altissimo rischio sismico e un’opera del genere potrebbe andare incontro ad un disastro oltre a danneggiare l’ambiente per le gigantesche istallazioni che comporta sulle due sponde.
Renzi poi, a corollario, ha infilato una serie di promesse di altre strade, oltre alla consueta ripetizione del “completamento” della Salerno-Reggio Calabria (che, ricordiamolo, fu completata 40 anni fa e successivamente – fino ad oggi, ma probabilmente anche domani – implementata e modificata con nuovi svincoli e cavalcavia).
Renzi associa alle “grandi opere” la promessa della banda larga per fare dell’Italia una “gigabyte society” (come usa dire quando si esprime in inglese nei salotti internazionali).
Immediata l’eco arrivata da Gianni Vittorio Armani, presidente dell’Anas, proprietaria della società Stretto di Messina: “Se e quando il governo ce lo chiederà, siamo pronti a riavviare l’opera, soprattutto ora che a dicembre sarà terminata la Salerno-Reggio Calabria. Il progetto va esaminato soprattutto alla luce dello sviluppo dell’alta velocità nel Mezzogiorno verso Palermo e del recupero del gap infrastrutturale del Sud. La cosa importante però è che poi, una volta deciso cosa fare, non si torni più indietro. Il Paese non se lo può permettere”.
E l’alleato di governo, il gruppo di Alfano, rilancia: ”Chiediamo alla capigruppo che si terrà giovedì di iscrivere la nostra proposta di legge sul Ponte sullo Stretto nel calendario dei prossimi tre mesi”, dichiara il presidente dei deputati di Ap Maurizio Lupi , che esulta: “Serve una legge che dica che il Ponte si realizza”.
Chissà quanto ci costerà, dunque, la corsa governativa per tentare di vincere questo referendum costituzionale! Sarà il festival dei trucchi e delle promesse di fiumi di denaro, non solo quelli che verranno spesi, ma anche quelli che verranno soltanto promessi, come quelli che Renzi ha annunciato, nella stessa giornata, al l’ospedale San Raffaele di Milano (dove Silvio Berlusconi è stato ricoverato per l’intervento al cuore di giugno e dove spesso è stato curato negli anni passati). Qui ha detto (come se lui arrivasse da un lungo soggiorno in Australia): “L’Italia deve smetterla con i tagli lineari. Sulla sanità è evidente che si è tagliato anche troppo!”.
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