di ENNIO SIMEONE – Il direttore di Repubblica deve aver incaricato una sua cronista, Maria Elena Vincenzi, sotto la guida perspicace del responsabile della Cronaca romana, di fornirgli ogni giorno uno scoop su Elena Raggi. L’ultimo è di oggi. In mancanza di nuove polizze vita di Salvatore Romeo a “beneficio” (si fa per dire) della sindaca, la povera Vincenzi è stata costretta a tirar fuori un nuovo stralcio di sms inviato (occhio alla data) il 14 agosto dalla Raggi a Casaleggio jr. E che cosa scriveva di clamoroso? Che Raffaele Marra e Salvatore Romeo erano considerati “persone oneste e trasparenti”. La cronista fa notare che Marra – come si sa – è stato arrestato per un grosso regalo ricevuto – come si sa – da un costruttore (aduso a farne anche di più copiosi a partiti e illustri politici) alcuni anni prima, cioè quando – come si sa – era funzionario addetto al patrimonio immobiliare della giunta Alemanno (di destra) e confermato dalla giunta Marino (di sinistra).
Ora, che fosse convinta della onestà di Marra, la Raggi lo ha sempre detto, prima che ne venissero scoperte le magagne di cui lo accusa la magistratura, che lo arresta (occhio sempre alle date) il 16 dicembre. E infatti questo funzionario vantava un curriculum con i fiocchi: quattro lauree, ex ufficiale della Guardia di Finanza, funzionario del ministero dell’Agricoltura, poi della Regione Lazio, poi del Comune di Roma da alcuni anni prima che il M5s conquistasse il Campidoglio, insignito di due riconoscimenti al merito del presidente della Repubblica Napolitano, e per di più autore di denunce di irregolarità persino contro l’amministrazione guidata da Alemanno, che gli aveva fatto fare carriera! E curriculum di tutto rispetto vantavano Salvatore Romeo e l’assessore all’Ambiente Muraro, sui quali, come su Marra, la Raggi aveva chiesto verifiche al capo della Procura della Repubblica.
Sono tutte cose arcinote, di cui la Raggi non ha fatto mistero, spiegando che per gestire il Campidoglio si era affidata a una squadra di persone che risultavano competenti sul piano amministrativo e che avevano attivamente collaborato con il gruppo del M5s quando era all’opposizione. E poiché queste cose non sono una novità per nessuno e tanto meno per Repubblica, che le ha scritte più volte in questi mesi, come fa a presentarle oggi come una rivelazione tale da autorizzare il titolo “Bufera sul Campidoglio”?
E perché lo fa? Perché a loro volta altri mezzi di comunicazione – come è accaduto per esempio in Rai – ci caschino e rilancino la bufala? Ma non si accorgono che più attaccano la Raggi e più i loro stessi sondaggi segnalano un aumento dei consensi ai Cinquestelle?
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