Come era scontato sono state respinte in Senato le due mozioni di sfiducia presentate dal Movimento Cinquesteelle e dal centrodestra contro il governo Renzi dopo gli sviluppi dell’inchiesta di Potenza sul petrolio in Basilicata. In aula erano presenti al momento della votazione 280 senatori dei 320 di cui si compone l’assemblea di Palazzo Madama. La minoranza del Pd non ha avuto neppure il coraggio di uscire almeno dall’aula per coerenza con le sue critiche al governo Renzi. Sulla mozione del M5s hanno votato in 279 (50 dunque gli assenti) e si sono espressi a favore della sfiducia in 96, contrari in 183. Nessun astenuto. Respinta successivamente anche la mozione di sfiducia presentata da Forza Italia, Lega Nord e Conservatori e Riformisti, con 180 no e 93 sì. L’inchiesta aveva portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in seguito a un’intercettazione telefonica.
Renzi si è esibito in una filippica contro il giustizialismo, definendolo una barbarie. “L’accusa di totale inadeguatezza nei confronti del governo – ha poi detto – può trovare riscontro in un dato soggettivo, ma è in evidente e stridente contraddizione con la realtà: in questi due anni abbiamo fatto quel che dovevamo fare”.
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